Brescia multinazionale:| Già piace ai tifosi
Sì, sarà stata pure l'assenza ingiustificata dell'avversario. Ma il Brescia e i bresciani avevano bisogno di lustrarsi gli occhi dopo la prolungata visione horror per un anno intero, sugli schermi di Mompiano, di 'primedonne in disarmo', un kolossal costato tanto (troppo) e rivelatosi un solenne flop. Ed è stata tale la meraviglia per la vittoria sul Vicenza che nessuno ha avuto da ridire per gli 8 stranieri nella squadra di partenza: 6 europei (il francese De Maio, lo svizzero Daprelà, il belga El Kaddouri, il polacco Salamon, gli ungheresi Vass e Feczesin), 2 sudamericani (l'argentino Antonio e il brasiliano Jonathas). Gli italiani: il giovane Leali, capitan Zambelli e il riabilitato Zoboli.
Il 2-0 al Vicenza, il modo effervescente in cui è stato ottenuto, è il bicarbonato che serviva per digerire una retrocessione restata sullo stomaco a tutti: per come è maturata, per la mancanza di cuore di troppi protagonisti, per i soldi gettati al vento che non torneranno più e ora costringono a una cura dimagrante. Ma anche nella dieta più ferrea, i cibi gustosi non sono banditi. L'importante è la freschezza dei prodotti. La bontà degli ingredienti. Il Brescia ha finalmente uno spirito di gruppo. Niente leader o presunti tali, niente spogliatoio a compartimenti stagni. Giocatori che lo scorso anno avevano il muso lungo, ora sembrano rinati. E non sono necessariamente i titolari fissi.
C'è un'aria frizzantina all'interno del Brescia squadra, niente padroni-padrini, ma un 'tutti per uno, uno per tutti' che è la base per sopperire a qualche carenza e puntare a una stagione con non poche soddisfazioni. Due immagini sintetizzano il clima in questa squadra: Jonathas che, a Catania, copre un raid di Zambelli andando a fare il terzino; l'abbraccio di Arcari a Leali dopo il successo di sabato sera, come se in campo a guardia della porta del Brescia ci fosse stato lui, titolare in serie A e tra i protagonisti dell'ultima promozione, e non il 18enne di Cavriana. Occhio, però, a non accendere subito i fari. La strada è ancora lunga. Ma che bello essersi lustrati gli occhi e immaginare che Nocera Inferiore sia un po' meno dell'inferno.
(Bresciaoggi)