Brescia, Iaconi:| 'Deferimento, che mazzata'
Andrea Iaconi non ha intenzione di mollare. E intanto non lo molla il Brescia. La proposta di un contratto quadriennale, fatta prima del deferimento per la presunta combine di Ancona-Grosseto che risale ai tempi in cui il direttore sportivo biancazzurro era in Maremma, è in un cassetto della sua casa. Glielo ha dato il presidente Gino Corioni, intimandogli di riportarlo debitamente firmato.
Iaconi, se il datore di lavoro ordina...
'Di solito si dovrebbe ubbidire'.
Cosa aspetta?
'Lo sapete tutti perchè sto aspettando. Questo deferimento è una mazzata'.
Addirittura?
'Sono depresso, basta poco per cancellare trent'anni di condotta sempre più che corretta'.
Iaconi, lei è tirato in ballo da un suo ex giocatore, Carobbio, che la chiama in causa come ideatore del tentativo di illecito di Ancona-Grosseto del 30 aprile 2010.
'Ideatore di un tentativo di illecito? Io? Sto male al solo pensiero di essere stato deferito. La realtà è che Carobbio mi tira in mezzo per sentito dire'.
Dice che lei incaricò Turati e Joelson di trattare con i giocatori dell'Ancona: una somma di denaro in cambio della vittoria.
'Pazzesco. A parte che non avevo tutti quei soldi con me, ci sono gli altri giocatori del Grosseto e anche quelli dell'Ancona che negano la mia presenza. Il Grosseto era a Norcia in ritiro punitivo dopo una sconfitta con il Lecce e ad Ancona si doveva vincere per sperare nei play-off, che poi non centrammo. Ricordate come finì quella partita?'.
Con un pareggio per 1-1.
'Appunto'.
E si è parlato anche della presenza dei cosiddetti 'zingari', coloro che gestivano il giro delle scommesse, nell'albergo vicino ad Ancona dove il Grosseto trascorse la vigilia di quella sfida dopo il ritiro di Norcia.
'Sono stato deferito per quel tentativo di illecito, non per le scommesse. E poi non ero in ritiro con la squadra'.
Ha fiducia nella giustizia?
'Devo averla. E pensare che in trent'anni non ho mai visto un'aula di tribunale e non ho nemmeno mai avuto bisogno di un avvocato. Ai miei giocatori ho sempre parlato, all'inizio di ogni stagione, di lealtà e di principi. Questo è il mio modo di essere'.
Come si sente, Iaconi?
'Depresso, ho quasi paura a uscire di casa. Ci sono colleghi suoi che lavorano eccome nonostante squalifiche pesanti. Non ce la farei. Con che faccia, con che animo potrei presentarmi dai presidenti, da Marotta, dai colleghi? Si fa presto a buttare via trent'anni di carriera senza ombre'.
Ma non si può disubbidire al proprio datore di lavoro.
'In questo frangente il Brescia si sta comportando in maniera esemplare. Ho il contratto da firmare, è vero, ma come faccio?'
Come fa?
'Lo chieda a Corioni'.
A proposito: vi siete sentiti dopo il deferimento?
'Mi chiama più volte al giorno, cerca di tirarmi su, di sdrammatizzare. È unico'.
L'ultima volta cosa le ha detto?
'Se mi doveva portare le arance...'
(Bresciaoiggi)