Brescia, Corioni:| 'Dimissioni Iaconi? Mai state'
In questi anni, e non a torto, a Gino Corioni si sono sempre mosse due accuse: 1) non avere un progetto; 2) non portare avanti con coerenza una politica, qualunque essa fosse. Nonostante queste due accuse siano cadute, il presidente del Brescia è di nuovo nel mirino. Perchè la rosa uscita dal mercato è figlia di un progetto (risanare il bilancio puntando sui giovani) e la rinuncia volontaria ai rinforzi significa coerenza: è linea verde fino in fondo, con tutti i rischi dal punto di vista tecnico che questa scelta comporta. Poi si può essere d'accordo o meno con la linea, ma il progetto e la coerenza stavolta a Corioni vanno riconosciute. Semmai, da criticare, sono le cause che hanno portato a questa situazione: gli ingaggi esorbitanti di questi ultimi anni, il non puntare sui talenti del settore giovanile, ora diventato ancora di salvezza del Brescia Calcio e del calcio a Brescia.
«MA IO di rinforzi non ne ho mai voluti - le parole del presidente -: nè in attacco, nè in altri reparti. Guardate: lo so bene che la gente dice che ho pensato solo a incassare, ma la verità è che non potevo fare altrimenti. Sarebbe piaciuto anche a me poter agire diversamente. Ma stavolta no».
Stavolta no e al direttore sportivo Andrea Iaconi è talmente saltata la mosca al naso che mercoledì sera, a chiusura del mercato a zero acquisti ancora calda, aveva pensato di dimettersi: «Con Iaconi non è successo niente - la replica di Corioni -. Chiedetelo a lui, semmai, se c'è qualcosa».
In un mercato in cui l'Inter campione del mondo deve disfarsi di Eto'o, con i maggiori affari delle grandi squadre che sono perlopiù prestiti, a Iaconi va dato atto di essere riuscito in un'impresa impossibile: cedere gli esuberi (o buona parte di essi: Cordova e Martinez sono rimasti sul groppone) e far incassare a Corioni ben 8,5 milioni. Che magari non risolvono in toto i problemi economici della società, ma sono una boccata di ossigeno puro per la casse e per le tasse del presidente, un primo, deciso passo verso quel risanamento che non poteva più aspettare.
E SE IACONI ha minacciato fuoco e fiamme al niet corioniano per nuovi acquisti, in società la quantità di fuoco e fiamme sarebbe stata doppia se il pres avesse peccato di incoerenza e avesse messo mano al portafoglio per un rinforzo.
«Signori miei - e Corioni riprende il filo del discorso davanti a taccuini e microfoni -: vi ricordate cosa vi avevo detto in tempi non sospetti? Se si retrocedeva, avrei fatto una squadra di giovani. I nostri sono bravi e lo sostengo non da oggi. E i tifosi sono con me. Hanno capito lo spirito con cui abbiamo agito. E lo si vede anche dalla fila che c'è in sede per fare gli abbonamenti».
E in effetti, ieri intorno alle 16, una quindicina di persone è in coda agli sportelli di via Bazoli per sottoscrivere l'abbonamento: «Anche perchè - fa notare il presidente -, fare il biglietto allo stadio è diventato impossibile. E con l'abbonamento si pagano 3-4 euro a partita: una sciocchezza».
La frase «i tifosi sono con me» fa subito il giro di Brescia. E in serata i tifosi del neonato o rinato, a seconda dei punti di vista, Curva Nord Brescia sul sito www.curvasud.it (dal nome di uno dei gruppi confluiti in Curva Nord Brescia), replicano al presidente: «No, caro Gino: tutto si può dire, ma non che noi tifosi la pensiamo come te!».
Eppure le tessere stagionali stanno varcando quota 3.000: «Ma gli abbonamenti sottoscritti finora sono dovuti sì ad un costo popolare», ma sono il frutto «dell'entusiasmo di una tifoseria - prosegue la nota - riunitasi in un unico settore, la Curva Nord».
Riconosciuti l'impegno dei giocatori e l'impegno di Scienza, l'accusa: «Presidente, non ha voluto esaudire una sua (di Scienza; ndr) piccola richiesta di rinforzi». La conclusione: «Siamo distanti anni luce dal tuo pensiero, caro Gino».