Bradaric al Cagliari: 'Mi manda Badelj'
"Non mi piace molto parlare di me, mi esprimo in campo. Calcio con entrambi i piedi, anche se preferibilmente adopero il destro. Sono un centrocampista centrale, ma posso giocare anche più avanti, sulla trequarti: mi metto a disposizione dell’allenatore. Sono consapevole di dover lavorare per migliorare, sotto tutti gli aspetti. Non mi spaventa misurarmi con una nuova realtà. L’unico ostacolo è la lingua che ancora non conosco bene: per questo inizierò subito a prendere lezioni, così che nella prossima conferenza potrò parlare in italiano".
"Ho espresso la mia richiesta quando la squadra era in tournèe in Turchia, sono felice che sia stata accettata e ci tengo a ringraziare il capitano Dessena per questo. So che per il Cagliari il 6 è un numero importante, l’hanno portato giocatori leggendari come Diego Lopez. Indossarlo non sarà facile ma allo stesso tempo costituirà una spinta maggiore a dare il meglio di me stesso per aiutare la squadra a raggiungere i massimi risultati. Non ero mai stato in Sardegna prima, ma il primo impatto è stato bellissimo: non solo per le bellezze naturali, ma anche per la gentilezza e la cortesia della gente, e l’attaccamento alla squadra da parte dei tifosi. Sono ulteriori motivazioni a fare bene”.
"Al Mondiale in Russia sono stati cinquanta giorni splendidi, tutti insieme abbiamo fatto qualcosa di inimmaginabile, rendendo felice il nostro popolo. Molte partite sono finite ai supplementari o ai rigori, dunque è stato tutto anche stancante. Ho avuto bisogno di riposo perché ero psicologicamente e fisicamente esaurito. Ora, dopo due allenamenti, sono pronto per la mia nuova avventura con la maglia del Cagliari".