Calciomercato.com

  • Getty Images
    Borioni: la Juve beffa i critici

    Borioni: la Juve beffa i critici

    La critica calcistica (comprendo umilmente anche il sottoscritto) in Italia ha un problema: la Juventus. E per critica possiamo intendere, estendendo il concetto, anche quei tifosi che partecipano ai dibattiti ad esempio qui, sulle pagine di Calciomercato.com e perfino gli stessi addetti ai lavori, addirittura parte dei dirigenti della stessa società Juventus. Tutti costretti a correre a velocità folle, senza controllo, sulle montagne russe. A scendere e salire sul famigerato “carro”.

    Quest’anno non si contano più le inversioni di rotta.

    Mi autocito (privandomi di un pezzettino dell’umiltà di cui sopra) andando a recuperare un passaggio di questa stessa rubrica datata 20 ottobre. Il tema era Zaza, il titolo: “Zaza è l’uomo nuovo della Juve”. E l’ultimo commento registrato tra i tanti scettici e contrari, recitava: “Zaza può giocare nel Carpi, nel Bologna o nel Frosinone, non certo nella Juve”.

    E va bene, ammetto anch'io di aver sbagliato ad esempio imputando in avvio di stagione ad Allegri la scelta ostinata di voler far partire l’azione di Dybala da posizione molto arretrata, sulle orme delle traiettorie che seguiva già Tevez. Sembrava che così perdesse efficacia sotto porta. Poi l’ex picciriddu cresciuto caratterialmente e muscolarmente ha dimostrato di saper svolgere bene anche questo compito, oltre che ottimamente tutto il resto, gol in primis. Allegri aveva visto giusto.

    La Juve è un problema per la critica perché sfugge ai comuni paragoni. Prendiamo la Roma: non è ancora uscita dalla crisi perché ai risultati negativi ha aggiunto altri passi falsi sull’onda emozionale della delusione e della pressione ambientale. La Juve invece ha reagito con forza caratteriale oltre che tecnica. Ma quella, dicevano sempre i critici anche in tempi non sospetti, la Roma ce l’aveva in abbondanza, per qualcuno – molti - anche in misura superiore. Eppure i risultati del campo sono sfuggiti alle logiche degli osservatori.

    La Juve di Allegri in avvio di stagione era una squadra che appariva senza gioco e senza idee. Oggi – recuperato il non originale ma affidabile 3-5-2 – è di nuovo una macchina eccellente. Era un gruppo soggetto gli infortuni. Oggi pur facendo ancora a meno di giocatori di livello come Caceres o Asamoah e spesso Khedira, è una squadra che ha grande vigore (contro il Torino un’esibizione di prestanza atletica impressionante). Non solo: era una Juve penalizzata clamorosamente da scelte di mercato ritenute non azzeccate da Marotta & C., eppure proprio l’ultima prova, il derby di Coppa, ha evidenziato l’affidabilità assoluta dei nuovo acquisti, da Zaza già citato a (miracolo!) Rugani fino allo stesso Alex Sandro, avviato addirittura a meritarsi il patentino di grande giocatore.

    E se a bocce ferme, i bianconeri erano i favoriti di sempre, se dopo l’avvio del campionato erano diventati un’inseguitrice in palese affanno fuori dai primi posti e a rischio qualificazione europea (pure Buffon lo sosteneva, eh), ecco che adesso gli uomini di Allegri hanno recuperato come d’incanto l’antico ruolo, quello di pretendente principale allo scudetto, nonostante i 6 punti di distanza dall’Inter capolista e gli ostacoli Fiorentina e Napoli che ancora la precedono in classifica.

    La Juve può tanto, può anche determinare cambi di direzione repentini nel giudizio dei critici e dei tifosi stessi. Anche questo è un merito, trovare forze dentro se stessa dove altri non possono arrivare. Questa è una certezza, forse. Andiamoci piano con i verdetti.

    Luca Borioni

    Altre Notizie