Bordon: 'Viviano, che intervento sul rigore; quegli anni alla Sampdoria...'
Lorenzo Montaldo
Una vita tra i pali. Prima quelli dell'Inter, poi per tre anni quelli blucerchiati. A Genova, sponda Sampdoria, tanti si ricordano ancora di Ivano Bordon, numero uno doriano a metà degli anni '80: "Mi sono trovato benissimo. Abitavo a Nervi, stavamo alla grande come città e società" ha raccontato proprio l'ex giocatore a La Repubblica. "Il primo anno Mantovani era in Svizzera e poi rientrò. Ambiente societario ideale. Primo torneo con Ulivieri a metà classifica. Con l’arrivo di Bersellini arrivarono Coppa Italia e quarto posto. Il secondo anno avevamo avuto dei problemi di ambiente e la classifica non fu così bella".
Bordon è stato a lungo preparatore dei portieri: "Alla mia epoca questo ruolo non esisteva. Heriberto Herrera faceva fare un buon lavoro, spesso era il titolare a fare da maestro agli altri. Nel mio caso ho avuto la fortuna di avere Lido Vieri come modello. A Genova, erano i secondi, Piaceri e Pezzotti, a svolgere questa incombenza. Il primo allenatore con una competenza specifica il penultimo anno a Brescia. Bruno Giorgi aveva come collaboratore Adriano Bardin, che era stato portiere nel Vicenza".
Da ex portiere, e da grande esperto di rigori, Bordon ha osservato in maniera scrupolosa il rigore parato da Viviano domenica sera: " Il portiere blucerchiato ha atteso fino alla fine, si è disteso sulla sua sinistra. Rodriguez non ha guardato, l’ha deviata bene. È importante studiare come si posiziona il giocatore, avere tanto intuito ed un pizzico di fortuna Il portiere blucerchiato ha atteso fino alla fine, si è disteso sulla sua sinistra. Rodriguez non ha guardato, l’ha deviata bene. Viviano - aggiunge - avendo avuto questi infortuni ed essendo fisicamente massiccio, ha bisogno di tempo per ritrovare elasticità e rapidità negli spostamenti. Ha fatto una bellissima parata alla fine su Calabria, sul gol è rimasto leggermente sorpreso. È stato bravo Bonaventura a metterla secca, gli è passata sotto, ma era parzialmente coperto. Mi ha lasciato una buona impressione, ma gli serve ancora del tempo".
La Samp, invece, contro i rossoneri non lo ha impressionato: "La Sampdoria è una buona squadra, ma il Milan è stato superiore" ammette l'ex portiere. "Non ho capito se si sono intimoriti, ma non ho visto la solita personalità nel giro palla. Non ha fatto una buona partita, bisogna essere onesti, ma in casa è forte. Deve prendere maggiore personalità anche in trasferta, soprattutto quando cresce il livello dell’avversario".