Bonucci, Biglia e una nuova 'surprise': ma il Milan da dove prende i soldi?
Tutto è partito con Mateo Musacchio, primo acquisto del nuovo Milan. Da un difensore a... un difensore. Leonardo Bonucci è un nuovo giocatore del Milan, con 40 milioni di euro versati nelle casse della Juventus. Nel mezzo tanti altri acquisti: Kessié, Ricardo Rodriguez, André Silva, Calhanoglu, Borini e Andrea Conti. In attesa di Biglia, Mirabelli e Fassone hanno rinforzato la rosa a disposizione di Vincenzo Montella con una campagna acquisti imponente (che deve ancora finire e non si fermerà al doppio arrivo Biglia-Bonucci). E la domanda che sorge spontanea è: ma come fanno i rossoneri a spendere così tanto?
FAIR PLAY FINANZIARIO - Il Milan è nettamente oltre i paletti del Fair Play Finanziario. Nel triennio appena concluso ha accumulato perdite per 250 milioni di euro, con un limite consentito fissato a 30 milioni. Riabbracciando l'Europa dopo diversi anni, la Uefa è tornata a monitorare i conti rossoneri, ma eventuali sanzioni saranno applicabili dalla prossima stagione. Inoltre, Fassone ha aderito al cosddetto voluntary agreement, tentando di evitare le sanzioni più severe. La Uefa concede ai club con nuove proprietà, che devono sostenere investimenti per il rilancio, di derogare ai parametri del fair play finanziario a patto che ci sia un piano credibile di sviluppo dei ricavi e quindi di rientro nelle regole in un arco temporale di 3/5 anni. Se il rientro non avviene, le pene saranno più severe. E la Uefa, di fronte al piano presentato dai rossoneri, ha deciso al momento di soprassedere, chiedendo al Milan di motivare meglio il tutto, visto che la crescita di fatturato è sembrata troppo accelerata. Si parla, infatti, di un fatturato raddoppiato tra il 2018 e il 2022, da 250 a oltre 500, ovviamente con i ricavi della Champions League e gli introiti provenienti dalla Cina, zona da cui potrebbero provenire più di 200 milioni di euro a stagione.
IL MOTIVO DI UN MERCATO COSI' - Per questo i rossoneri hanno deciso di accelerare con il mercato, per mostrare agli occhi della Uefa la concretezza del progetto, costruendo una squadra che da subito può lottare per un posto in Champions League. Ci sono, poi, altri due motivi: incrementare i ricavi rilanciando il business in Asia e riconquistare la fiducia del governo di Pechino persa nel tempo, provando a convincere nuovi soci e partner finanziari cinesi per recuperare risorse facendo fronte agli impegni finanziari con il fondo Elliot. Come ricorda Calcio e Finanza, il Milan è stato pagato 520 milioni, altri 90 milioni sono serviti per ripianare le perdite della gestione 2016/17 sostenute in prima battuta da Fininvest e altri 70 sono stati usati per ripianare una parte dei debiti in scadenza. In tutto fanno 680 milioni di impegno economico. Il patron Yonghonh Li ha versato, di tasca propria o attraverso finanziamenti, poco meno di 500 milioni; tra questi, ci sono i 320 erogati dal fondo Elliott. Con le operazioni uscita poi, il club stima di poter mettere insieme un bottino di 30 milioni (Lapadula, Niang, Paletta). Inoltre Li sta procedendo a un aumento di capitale di 60 milioni (22 quelli già versati)". Con un Milan che regalerà un altro colpo ai propri tifosi.
FAIR PLAY FINANZIARIO - Il Milan è nettamente oltre i paletti del Fair Play Finanziario. Nel triennio appena concluso ha accumulato perdite per 250 milioni di euro, con un limite consentito fissato a 30 milioni. Riabbracciando l'Europa dopo diversi anni, la Uefa è tornata a monitorare i conti rossoneri, ma eventuali sanzioni saranno applicabili dalla prossima stagione. Inoltre, Fassone ha aderito al cosddetto voluntary agreement, tentando di evitare le sanzioni più severe. La Uefa concede ai club con nuove proprietà, che devono sostenere investimenti per il rilancio, di derogare ai parametri del fair play finanziario a patto che ci sia un piano credibile di sviluppo dei ricavi e quindi di rientro nelle regole in un arco temporale di 3/5 anni. Se il rientro non avviene, le pene saranno più severe. E la Uefa, di fronte al piano presentato dai rossoneri, ha deciso al momento di soprassedere, chiedendo al Milan di motivare meglio il tutto, visto che la crescita di fatturato è sembrata troppo accelerata. Si parla, infatti, di un fatturato raddoppiato tra il 2018 e il 2022, da 250 a oltre 500, ovviamente con i ricavi della Champions League e gli introiti provenienti dalla Cina, zona da cui potrebbero provenire più di 200 milioni di euro a stagione.
IL MOTIVO DI UN MERCATO COSI' - Per questo i rossoneri hanno deciso di accelerare con il mercato, per mostrare agli occhi della Uefa la concretezza del progetto, costruendo una squadra che da subito può lottare per un posto in Champions League. Ci sono, poi, altri due motivi: incrementare i ricavi rilanciando il business in Asia e riconquistare la fiducia del governo di Pechino persa nel tempo, provando a convincere nuovi soci e partner finanziari cinesi per recuperare risorse facendo fronte agli impegni finanziari con il fondo Elliot. Come ricorda Calcio e Finanza, il Milan è stato pagato 520 milioni, altri 90 milioni sono serviti per ripianare le perdite della gestione 2016/17 sostenute in prima battuta da Fininvest e altri 70 sono stati usati per ripianare una parte dei debiti in scadenza. In tutto fanno 680 milioni di impegno economico. Il patron Yonghonh Li ha versato, di tasca propria o attraverso finanziamenti, poco meno di 500 milioni; tra questi, ci sono i 320 erogati dal fondo Elliott. Con le operazioni uscita poi, il club stima di poter mettere insieme un bottino di 30 milioni (Lapadula, Niang, Paletta). Inoltre Li sta procedendo a un aumento di capitale di 60 milioni (22 quelli già versati)". Con un Milan che regalerà un altro colpo ai propri tifosi.