Come cambiano le cose nel giro di un anno. A inizio 2011, Andrea Ranocchia era il fiore all'occhiello del mercato dell'Inter ed era un predestinato: erede designato di Lucio e Samuel in maglia nerazzurra e titolare inamovibile con la maglia della Nazionale. Leonardo Bonucci invece era giudicato l'anello debole di una difesa, quella della Juventus, che da gennaio in poi iniziò a fare acqua e incassare caterve di gol. Morale: l'Inter aveva fatto un grande colpo e la Juventus, fra i due ex gemelli della difesa del Bari, aveva preso il 'pacco', quello decisamente più scarso.

Un anno dopo, la morale è un'altra. Nell'Inter, Ranocchia è diventato la riserva persino del pre-pensionato Cordoba, mentre Bonucci è un titolare fisso della difesa meno battuta della Serie A, quella della Juventus. Sia come centrale nella difesa a 4, sia fra i 3 del 3-5-2 utilizzato da Conte in alcune occasioni, il difensore di Viterbo sta dimostrando di essere un giocatore affidabile.

La verità, e la morale vera di questa storia, sta nel mezzo, come sempre. Ranocchia paga l'annata no dell'Inter e saprà farsi valere di nuovo in futuro. Probabilmente non è il nuovo Baresi, ma non è neanche il giocatore insicuro e impaurito che stiamo vedendo in questa stagione. D'altro canto, Bonucci viene esaltato dall'organizzazione difensiva della squadra di Antonio Conte, che consente di sopperire anche ad alcune sue lacune tecniche e tattiche e ad alcuni suoi svarioni, che l'ex Bari non ha ancora accantonato del tutto.

Per il calcio italiano, così povero in questo periodo storico di difensori di valore, aspettiamo l'anno in cui sia Ranocchia che Bonucci daranno il meglio di sé: alla Nazionale farebbe un gran bene.