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Bonaventura o Honda trequartista, ma è un capriccio di Berlusconi
Prima di tutto dobbiamo chiederci perché lo vuole Berlusconi. Il presidente crede che sia il miglior modo per innescare le punte: E questo, in teoria, è vero. Tuttavia ci sono altre considerazioni da fare. La prima: una squadra gioca con il trequartista nell’intento di creare imbarazzo agli avversari. Chi lo marca quando esso si muove tra le linee? Un centrocampista che si abbassa o un difensore che esce? A queste domande molti allenatori, tra i quali certamente spicca Diego Simeone, hanno già trovato risposte efficaci: essi affrontano la fase difensiva con due linee - quella difensiva e quella di centrocampo - tanto strette da non lasciare né il tempo, né lo spazio per una giocata. E’ così sempre più frequente vedere il trequartista andare sull’esterno per crearsi l’uno contro uno e/o per avere spazio a disposizione. Il paradosso del trequartista moderno è quello di giocare da esterno per necessità, cioé fare quello che in un 4-4-2 è la norma. Prendiamo Bonaventura, cioé l’elemento che Berlusconi vedrebbe bene dietro le punte. Sicuramente è un calciatore dotato di una grande tecnica, sicuramente è in grado di saltare l’avversario, ma nell’Atalanta di Colantuono ha sempre fatto l’esterno finendo per trarne grandi vantaggi sia sul piano della corsa, che del ripiegamento. Mi dico: che bisogno c’è di metterlo in una terra di mezzo i cui riferimenti saranno sfruttati soprattutto dagli avversari? Lo sa Berlusconi che la zona centrale è solitamente la più protetta a difesa della porta?
Questi elementari principi vanno coniugati anche con la disponibilità al sacrificio in fase di non possesso. Ho appena detto che Bonaventura ne ha e si è visto. Sono convinto che la stessa cosa possa dirsi su Honda. Un centrocampo a tre, infatti, senza gli esterni che possano sorreggerlo (come nel 3-5-2) potrebbe finire spesso in inferiorità numerica. E questo provocherebbe una sindrome da equlibrio che, come si sa, è la necessità di qualsiasi squadra. E’ necessario, dunque, che quando non si è in possesso di palla, il trequartista si allinei alla mediana ricreanco quella densità fondamentale per condizionare le ripartenze avversarie. In caso contrario c’è il rischio di concedere sempre un uomo.
A dimostrazione che l’esonero di Mihajlovic è in fondo un capriccio di Berlusconi c’è la probabilità di vedere in campo fin dalla trasferta di Genova quasi gli stessi uomini del serbo. La difesa rimarrà inalterata