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    Bolognamania: Una pericolosa Diamantidipendenza

    Bolognamania: Una pericolosa Diamantidipendenza

    Martedì sera Alessandro Diamanti è arrivato nel ritiro del Bologna ad Andalo: un rientro anticipato di qualche giorno rispetto ai tempi annunciati per essere il testimonial della presentazione delle nuove maglie e, va detto, anche per non far alterare il Comune di Andalo, a cui era stata promessa una presenza azzurra almeno per qualche giorno in Trentino e perso Gilardino Alino era l’unica opzione. Senza il Gila e senza Perez, l’unico giocatore di richiamo (nonché, a questo, unico esponente del nuovo Bologna ammirato in Confederations Cup) è proprio il capitano rossoblù, confermato nonostante l’interesse di Milan e Juventus. La deadline fissata dal presidente Guaraldi, metà luglio, è stata superata e ora bisognerà affrontare la difficile partita di rinnovo e adeguamento contrattuale, ma Diamanti è rimasto (e deve rimanere almeno fino all’estate 2014, quella del Mondiale brasiliano) un giocatore del Bologna. Non solo: ne è il faro tecnico, la fonte di gioco e l’elemento di gran lunga più talentuoso.

    Rispetto alla passata stagione la condizione di partenza pare molto diversa e se da una parte il lavoro sui monti sta procedendo bene, con un gruppo che pare molto coeso e che lavora in modo proficuo, dall’altra c’è il rischio che questo sia un Bologna sempre più Diamantidipendente. Intendiamoci: che sia rimasto è un plus con la p maiuscola, specie per una squadra che deve salvarsi, il concetto è che gli andrebbe fornito qualche altro interprete per il supporting cast. Anche perché affidarsi in toto a Diamanti, oltre al rischio di una prevedibilità sul campo (alle difese avversarie potrebbe bastare concentrarsi su di lui per limitare i rossoblù), significa anche affidarsi totalmente alle sue lune: Alino ormai ha dimostrato la sua maturazione al Bologna e in Nazionale ma attenzione ai suoi possibili malumori dopo un’estate di corteggiamenti svaniti e soprattutto dopo un mercato di basso cabotaggio.

    Il mercato è ancora aperto per più di un mese e non implementare la consistenza della squadra sarebbe un peccato, visto l’entusiasmo dispensato a piene mani dopo i primi giorni di ritiro. Di nodi da risolvere, specie in uscita, il Bologna ne ha tanti: Acquafresca, Gimenez, Pulzetti, Casarini, Abero. Cedere qualcuno di questi esuberi – e il tempo, stavolta, c’è – significherebbe poter portare nuova linfa, con qualche innesto, a un reparto offensivo che ora pare un po’ monocorde. Il tutto augurandosi che ancora una volta non arrivi una sorpresa negativa per i tifosi del Bologna, dato che Juventus e Milan sono sempre attente alla situazione di Alino: una Diamantidipendenza, per quanto rischiosa, è sempre meglio del nulla.

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