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    Bolognamania: non c'è limite al peggio

    Bolognamania: non c'è limite al peggio

    • Greta De Cupertinis
    Due vittorie in diciotto partite, sei in 365 giorni di cui zero in trasferta. Nessuna idea di gioco, nessuna ambizione, nessuna volontà di tirarsi fuori da una situazione che dire negativa è dire poco: insomma, quel “Fire and Desire” di cui si parlava a luglio è un miraggio tanto lungo quanto immaginario.
     
    E cos’altro si può aggiungere, dopo l’ennesima sconfitta, dopo lo 0-2 inflitto dalla Lazio nell’ultima partita casalinga del girone di andata? Come si può pensare di uscirne quando l’allenatore sembra non avere le redini del gioco, la squadra fa fatica contro tutti e la società continua a guardare il tutto dall’altro senza prendere decisioni in merito?
     
    Con il rischio di chiudere la prima frazione di campionato a quota 13 punti, le possibilità di salvarsi diventano sempre più remote. Certo, c’è ancora tutto il tempo ma bisognerà collezionare punti su punti e questa non sembra essere una squadra in grado di compiere l’impresa. Perché ci si è dovuti ridurre in questo modo? Perché, dopo quattro anni di promesse, invece che all’Europa puntiamo a non retrocedere? In estate si parlava di cinquanta punti, ora l’obiettivo straordinario è quello di riuscire a salvarsi.
     
    I dati e le statistiche dimostrano che non c’è limite al peggio e che questo girone di andata è uno dei peggiori di sempre per il Bologna. Manca solo la gara contro il Napoli e dopo questa deve, per forza di cose, arrivare una scossa. Cambio di allenatore, rinforzi mirati e di livello: insomma, tutto il possibile per salvare la squadra rossoblù. “Retrocedere sarebbe catastrofico” ha detto il vice-capitano Poli al termine del match. Beh, almeno la consapevolezza non manca.

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