Bolognamania:| La riscoperta della paura
Compagna di viaggio dal ritorno in A del Bologna, in casa rossoblù la paura è tornata a farsi viva, e in modo prepotente. Con la sconfitta maturata nel secondo tempo contro il Cesena, il Bologna ha davvero toccato il fondo: quarto ko in fila, il terzo consecutivo per 2-0, una squadra totalmente svuotata, che al primo ostacolo crolla miseramente. Dov’è finito il Bologna che aveva fatto letteralmente fatto innamorare una città intera? Sparito, puff, volatilizzato.
Come buona parte della dote che aveva accumulato: aveva tredici punti sulla salvezza, gliene sono rimasti solo cinque, sei se si conta che con il Lecce lo scontro diretto è favorevole, contrariamente alla Sampdoria. E' incredibile come anche quest'anno ci si ritrovi a fare i conti, spulciando i calendari, calcolando le difficoltà che può trovare questa o quella squadra dopo aver raggiunto quota 40 punti (che sono poi 43 reali, vista la penalità) a fine marzo.
In aprile sono arrivate quattro sconfitte in altrettante partite, e va bene che è storicamente un mese no per Alberto Malesani, ma c'è anche dell'altro. Gambe che non girano, ok (Di Vaio è stato chiaro in merito, aggiungendo che cinque mesi fa, quando il Bologna vinceva senza società, la squadra ha fatto uno sforzo doppio rispetto alle altre e ora sta pagando), ma cominciano anche le voci su qualche rancore interno al gruppo.
Ma quello che più incide, è l'incertezza sul futuro: del biennale a Di Vaio già si sa, ma altri giocatori attendono e soprattutto nulla si sa su budget, tecnico e direttore sportivo del futuro. In questa settimana si dovrebbe sapere qualcosa in più e di tempo ne è già stato sprecato tanto: ora la coppia Guaraldi-Setti deve fare in fretta, stabilire un direttore sportivo (altro che 'Il tecnico lo decido io', come detto dal vicepresidente Setti che ha la delega per l'area tecnica) e poi di concerto con lui scegliere l'allenatore che verrà. Che non sarà, è evidente, Alberto Malesani.
Da un mese il tecnico manda messaggi alla proprietà, ma fa anche scelte non del tutto comprensibili, specie nelle dichiarazioni che mentalmente hanno un po' spento la luce del gruppo. Il feeling si è rotto, altro che biennale. Ma ora conta tornare a combattere tutti assieme come ai bei tempi: tecnico e allenatore, tirare fuori le ultime energie per conquistare gli ultimi punticini-salvezza. Attentare al ricordo di una stagione formidabile con questo aprile terribile è già stato delittuoso, trasformare questa situazione in un dramma sportivo sarebbe folle.