AFP/Getty Images
Bolognamania: no dai, una beffa così fa male
Cosa può fare più rabbia di pareggiare una partita al novantasettesimo minuto, per un errore ingenuo e a causa di un rigore fin troppo generoso? Di una gara giocata con sacrificio e determinazione, in trasferta e contro una Lazio tosta ed agguerrita, rimane soprattutto l'amaro in bocca per un finale tanto assurdo quanto inaspettato.
Un Bologna senza cinque titolari e con in campo la squadra più giovane degli ultimi vent'anni, non solo è riuscita ad andare in vantaggio dopo dieci minuti ma è anche riuscita a resistere e tenere botta fino agli istanti finali nonostante diversi giocatori venissero da mesi di inattività sia a causa di infortuni che di scelte diverse. Questa sicuramente è la nota migliore della domenica, il fatto che le riserve abbiano approcciato nel modo giusto la partita dando prova di carattere. Prendiamo come esempio Helander: al suo esordio con la maglia del Bologna ha mostrato subito di essere un difensore roccioso ed affidabile andando tra l'altro subito in gol.
Non si può purtroppo dire lo stesso di Oikonomou e Masina (il primo subentrato nel secondo tempo), due giocatori che stanno attraversando un momento di difficoltà e che non riescono più a mettere in campo quelle prestazioni che li hanno resi importanti negli anni passati. Sono giovani ma si sta assistendo ad un vero e proprio percorso contrario, sembrano aver perso motivazioni e fiducia e l'errore commesso ieri a venti secondi dalla fine ne è la prova.
Detto che il rigore su Wallace non era da assegnare, visto il leggerissimo contatto tra lui ed Oikonomou e l'accentuazione della caduta da parte del giocatore, a venti secondi dalla fine della partita la palla va spazzata via, più lontano che si può, e non bisogna mostrarsi indecisi sul da farsi col compagno di reparto. E' stato un errore grave che è costato il risultato, anche se l'arbitro ha fischiato generosamente e il pareggio, tutto sommato, è il risultato più giusto.
Fa male pareggiare partite in questo modo, dover contestare ancora una volta l'operato dell'arbitro, vedere come alcune ingenuità possano costare così caro. Il Bologna deve ancora crescere tanto ma è una squadra che ha un'identità di gioco, lo vediamo domenica dopo domenica. Ora però, rimbocchiamoci le maniche.
Un Bologna senza cinque titolari e con in campo la squadra più giovane degli ultimi vent'anni, non solo è riuscita ad andare in vantaggio dopo dieci minuti ma è anche riuscita a resistere e tenere botta fino agli istanti finali nonostante diversi giocatori venissero da mesi di inattività sia a causa di infortuni che di scelte diverse. Questa sicuramente è la nota migliore della domenica, il fatto che le riserve abbiano approcciato nel modo giusto la partita dando prova di carattere. Prendiamo come esempio Helander: al suo esordio con la maglia del Bologna ha mostrato subito di essere un difensore roccioso ed affidabile andando tra l'altro subito in gol.
Non si può purtroppo dire lo stesso di Oikonomou e Masina (il primo subentrato nel secondo tempo), due giocatori che stanno attraversando un momento di difficoltà e che non riescono più a mettere in campo quelle prestazioni che li hanno resi importanti negli anni passati. Sono giovani ma si sta assistendo ad un vero e proprio percorso contrario, sembrano aver perso motivazioni e fiducia e l'errore commesso ieri a venti secondi dalla fine ne è la prova.
Detto che il rigore su Wallace non era da assegnare, visto il leggerissimo contatto tra lui ed Oikonomou e l'accentuazione della caduta da parte del giocatore, a venti secondi dalla fine della partita la palla va spazzata via, più lontano che si può, e non bisogna mostrarsi indecisi sul da farsi col compagno di reparto. E' stato un errore grave che è costato il risultato, anche se l'arbitro ha fischiato generosamente e il pareggio, tutto sommato, è il risultato più giusto.
Fa male pareggiare partite in questo modo, dover contestare ancora una volta l'operato dell'arbitro, vedere come alcune ingenuità possano costare così caro. Il Bologna deve ancora crescere tanto ma è una squadra che ha un'identità di gioco, lo vediamo domenica dopo domenica. Ora però, rimbocchiamoci le maniche.