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Bologna, Freuler: 'Qui ci sono le basi per costruire la nuova Atalanta. Gasperini? Devo quasi tutto a lui'
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SOMIGLIANZA CON L'ATALANTA - "Alla fine sono i risultati a fare tutto. Servono quelli, il resto arriva di conseguenza. Perché fare risultato aiuta tutti, i giocatori a insistere in ciò che fanno e anche la società a crescere, a capire, a muoversi nella maniera giusta. Ma sì, le basi per costruire qui la nuova Atalanta ci sono, si vedono: la voglia di arrivare, l'organizzazione, i giocatori giusti. Però servono sostegno e pazienza: quello che si è creato, l'Atalanta non l'ha fatto in un anno. Io arrivai a 23 anni e da lì in sei anni e mezzo ho vissuto di tutto, Mondiali, Europei e Coppe. Gasperini non è un diavolo, ho letto le critiche che gli sono state rivolte: non commento, vi dico solo che devo quasi tutto a lui".
BOLOGNA - "C'è un insieme, fra giovani bravi e ragazzi esperti, ben dosato: ma soprattutto apprezzo la mentalità che non manca mai. Mentalità di ferro. Andiamo in campo con la voglia di farcela, l'idea di dominare, sempre: è il volere di Motta. E poi ci divertiamo a giocare: in campo e anche fuori".
LA SCELTA DEL CLUB - "Sartori? Se in ogni posto in cui è stato è arrivata l'Europa, beh, un motivo ci sarà. Quando mi chiamò prospettandomi il Bologna non fu difficile dire di sì, anche perché al Nottingham non ero più felice: di gare ne avevo giocate tante, quasi tutte, poi nelle ultime cinque sono sparito dai radar. Non capivo. Chiedevo ma ricevevo solo non risposte. E ho capito. Fra l'altro anche mia moglie non si trovava alla perfezione: meglio l'Italia. E oggi sono ancora più felice del giorno in cui accettai".
NDOYE - "Dan è fortissimo, velocissimo e difende tanto. Il lavoro paga, gol e assist arriveranno. Di certo una cosa gli manca: il rigore che non gli hanno dato a Torino contro la Juve".
L'IDOLO - "Iniesta".
IL SOGNO - "Vincere il Mondiale con la Svizzera e un trofeo col Bologna. Comunque, di andare sempre più in alto. L'Europa? Semmai ne parleremo a fine girone d'andata, vediamo dove siamo a gennaio: parla il campo, niente altro".