Calciomercato.com

  • Getty Images
    Bologna e il caos pullman: il video, la tensione, l'incontro con gli ultrà. Mihjalovic: 'Nessuna offesa, niente di cui scusarmi'

    Bologna e il caos pullman: il video, la tensione, l'incontro con gli ultrà. Mihjalovic: 'Nessuna offesa, niente di cui scusarmi'

    Sono stati giorni di alta tensione per la Bologna calcistica, ma il campo questa volta non c'entra. Ad agitare le acque è stato un episodio accaduto prima della sfida tra i rossoblù e il Benevento e che ha visto protagonista Sinisa Mihajlovic.

    IL VIDEO DELLA DISCORDIA - I tifosi emiliani avevano deciso di dare la carica a Barrow e compagni con una fiaccolata ad accompagnare il pullman che li trasportava e dallo stesso pullman sono state fatte riprese per la scenica coreografia. E proprio uno dei video realizzati, diventato immediatamente virale, ha scatenato la polemica: "Guarda questo, avrà 90 anni. Quello si è tatuato tutta la faccia", sono le battute del tecnico su alcuni dei fan accorsi a caricare la squadra, battute che hanno suscitato ilarità e qualche risata sul pullman. 

    LE SCUSE - Un comportamento non gradito dai sostenitori del Bologna, che hanno replicato con un durissimo striscione: "Noi ultras vecchi e tatuati, ma del Bologna veramente innamorati / Voi ingrati e supponenti, un pullman di pezzenti". La società è intervenuta con un pronto comunicato di scuse: "Il Bologna Fc 1909 ringrazia ancora una volta i tantissimi tifosi che ieri sera hanno accolto il pullman della squadra all’esterno dello stadio Dall’Ara prima della partita contro il Benevento. È stata l’ennesima dimostrazione di affetto per i nostri colori: una manifestazione di cui abbiamo immediatamente condiviso le immagini sui nostri canali ufficiali e sul maxischermo dello stadio sia durante il riscaldamento sia all’ingresso in campo delle squadre, proprio perché il messaggio di incitamento arrivasse ancora più forte ai giocatori. Ci dispiace molto che alcune frasi contenute in un altro video girato sul pullman e non destinato alla pubblicazione, dette scherzosamente e senza alcuna intenzione offensiva anche per stemperare la tensione del prepartita, abbiano suscitato il risentimento di molti tifosi. Ci teniamo quindi a ribadire la nostra gratitudine a tutti coloro che hanno sfidato freddo e neve per venire ad incitare la squadra senza nemmeno poter assistere alla partita".

    L'INCONTRO - Non bastavano però le scuse, allora via agli incontri per ricucire lo strappo con gli ultras. Prima, nel pomeriggio, l'associazione Futuro Rossoblù ha incontrato a Casteldebole l'ad Claudio Fenucci e il coordinatore dell'area tecnica Walter Sabatini per ribadire l'amarezza, poi in serata il vertice clou: lo stesso Mihajlovic ha incontrato i rappresentanti della curva, 50 minuti di faccia a faccia per chiarire la vicenda e dall'incontro le parti sono uscite in un clima più disteso.

    PARLA SINISA - L'ultima parola sul caso è arrivata da Mihajlovic in persona, che ha affrontato l'argomento nella conferenza stampa alla vigilia della sfida con il Sassuolo: "Loro hanno espresso i propri punti di vista, poi ho parlato io e ho detto che mai e poi mai avrei potuto insultare o offendere qualcuno, perché so quanto mi hanno dato i tifosi, quanto ho dato io e che tipo di rapporto esiste. Io a Bologna sto bene e amerò questa piazza e questa gente fino a quando vivrò. Loro hanno sofferto per quel che è successo sul pullman, io quando ho letto 'Pezzenti' sullo striscione. Non devo chiedere scusa perché non ho offeso nessuno, è il mio modo di fare e scherzare, ma so che quando qualcuno ci rimane male è giusto parlarsi e lo abbiamo fatto. Un errore è stato non ringraziare quei 500 tifosi, la prossima volta faccio scendere tutti dal pullman: non ci abbiamo pensato, abbiamo sbagliato. In due anni e mezzo ho sempre mostrato gratitudine ai tifosi e loro a me durate la malattia: siamo stati bravi tutti e due perché abbiamo sempre fatto le cose col cuore, loro a starmi vicino, io a salvare la squadra e a lavorare anche quando ero in ospedale e per stare vicino ai giocatori da remoto mi facevo punture di cortisone. Non so quanto rimarrò qua ma io al tifoso del Bologna vorrò bene per tutta la vita. Sono sempre stato un ultrà per le squadre che ho allenato o in cui ho giocato: e quando mi arrabbio con i giornalisti o l’arbitro o per qualcos’altro lo faccio perché tengo alla mia squadra".

    Altre Notizie