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Bologna, col Parma per svoltare: Italiano chiede i gol a Dallinga e Orsolini
LEZIONI...DI ITALIANO - La nota positiva delle ultime uscite è che sta diventando il Bologna di Vincenzo Italiano: dopo Como, 2-2 riacciuffato anche con molta fortuna in una gara dove i rossoblù avrebbero strameritato di perdere, la squadra ha mostrato più compattezza, ha smesso di imbarcare acqua e lasciare varchi, ha trovato le trame del nuovo allenatore con costanza. Ovvero aggressione alta, pur prendendosi qualche rischio, gioco insistito sugli esterni e occupazione dell’area anche con i centrocampisti. Il tecnico, dopo Anfield, era decisamente soddisfatto per il coraggio e per la personalità mostrata, prendendosi - anche dopo il pari con l’Atalanta - i segnali di crescita del gruppo. Ora, però, bisogna svoltare.
TROPPI POCHI GOL - Finora in otto gare ufficiali tra Champions League e Serie A, il Bologna ha vinto una sola partita, a Monza. Perché, a fronte di questa crescita? Perché la squadra segna poco. Anzi, pochissimo per quanto crea e per quanto rischia, aggredendo alto. Un tema già noto a Italiano dalle ultime due stagioni a Firenze, dove non aveva un centravanti che finalizzasse il lavoro e la manovra. Qui la situazione è diversa. Un centravanti che sta sbocciando c’è, Santiago Castro: tre gol e la firma in tutte le ultime gare di campionato contro Como, Monza e Atalanta. Il problema è che segna solo lui. Tre gol dell’argentino su sette totali segnati dal Bologna in otto partite: meno di uno a partita. L’altro centravanti arrivato in estate, Thijs Dallinga, ad eccezione di uno "scavetto" sotto la Kop in fuorigioco è un ectoplasma e inizia a far preoccupare. Ad Orsolini, a parte il rigore della prima giornata contro l’Udinese, non sta riuscendo nulla fin qui, Ndoye sta confermando le sue difficoltà (e la sua sfortuna, a Liverpool) sotto porta, Odgaard e Karlsson non pervenuti, Iling-Junior ha fatto in tempo a segnare un gol decisivo a Como ma è tuttora in rodaggio. Il piatto piange, ma il Bologna deve cercare la svolta proprio dal derby emiliano contro il Parma: ciccare quella vittoria che al Dall’Ara manca da sei mesi (1° aprile, contro la Salernitana) porterebbe alla sosta con più dubbi che certezze, nonostante i tanti complimenti dell’ultimo periodo.