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Boateng, ecco il leader per Mihajlovic
Il Milan torna a casa da Roma con un punto, qualche smorfia per il solito approccio alla partita sbagliato costato ancora una volta nei primi minuti di gioco, ma anche con diverse note positive: tra queste Kevin Prince Boateng, al suo secondo debutto con la maglia rossonera. L'impatto sul match del ghanese è stato devastante: il Milan ha trovato più consapevolezza nelle giocate offensive e ai punti avrebbe meritato anche più di un pareggio.
PROVE DA LEADER - Schierato da Mihajlovic non sulla corsia destra come ipotizzato dopo gli ultimi allenamenti ma alle spalle di Bacca, il Boa ha offerto una prova qualitativamente e atleticamente più che positiva: intelligenti tocchi di classe, intensità nel pressing e accelerazioni importanti come quella che ha portato alla clamorosa occasione fallita da Kucka per il sorpasso e la doppietta personale. A impressionare però è stato il cambio di mentalità che ha portato Boateng con il suo ingresso in campo: la squadra ha cominciato a mostrare quel carattere invocato alla vigilia da Mihajlovic ma latitante nel primo tempo, il gruppo ha assimilato la grinta e la fame che contraddistinguono Prince e che ne avevano fatto uno dei giocatori più amati dai tifosi nella sua prima esperienza al Milan. Boateng può essere un innesto importante soprattutto per il suo carisma dunque, può essere la figura forte che mancava allo spogliatoio e lui stesso nel post-partita di Roma non ha nascosto di sentirsi pronto e desideroso di indossare i panni del leader di un gruppo giovane, in costruzione e privo di senatori del calibro di Ibrahimovic.
LOTTA PER LA CONFERMA - Il carisma però non basta, il Boa deve dimostrare di essere un rinforzo di qualità non solo in spogliatoio ma anche in campo e i primi segnali sono stati incoraggianti: spazzati via i dubbi sulle condizioni delle sue ginocchia, non può essere ancora al 100% della condizione ma i progressi rispetto alle ultime amichevoli sono notevoli e fanno ben sperare; le qualità tecniche poi non sono cambiate, resta solo da calarsi in un ruolo nuovo perché quello del trequartista, il suo preferito, non fa parte dell'attuale progetto tecnico di Mihajlovic. Prince ha un obiettivo scolpito in mente: conquistarsi la conferma al termine della stagione. Il ghanese infatti ha firmato un contratto di soli sei mesi con il Milan senza alcuna opzione già stabilita per il rinnovo ma questo non vuol dire che non ci siano possibilità di permanenza: con 29 anni da compiere il prossimo marzo il Boa sente di poter ancora dare tanto alla maglia rossonera, alla quale è legato in maniera viscerale come testimonia anche il tatuaggio sul braccio realizzato alla conquista dello scudetto nel 2011. Tutto passa dal campo, presto sbilanciarsi dopo una sola partita visto che qualunque decisione verrà presa solo a giugno, ma si sa: chi ben comincia è a metà dell'opera.
Twitter: @Albri_Fede90PROVE DA LEADER - Schierato da Mihajlovic non sulla corsia destra come ipotizzato dopo gli ultimi allenamenti ma alle spalle di Bacca, il Boa ha offerto una prova qualitativamente e atleticamente più che positiva: intelligenti tocchi di classe, intensità nel pressing e accelerazioni importanti come quella che ha portato alla clamorosa occasione fallita da Kucka per il sorpasso e la doppietta personale. A impressionare però è stato il cambio di mentalità che ha portato Boateng con il suo ingresso in campo: la squadra ha cominciato a mostrare quel carattere invocato alla vigilia da Mihajlovic ma latitante nel primo tempo, il gruppo ha assimilato la grinta e la fame che contraddistinguono Prince e che ne avevano fatto uno dei giocatori più amati dai tifosi nella sua prima esperienza al Milan. Boateng può essere un innesto importante soprattutto per il suo carisma dunque, può essere la figura forte che mancava allo spogliatoio e lui stesso nel post-partita di Roma non ha nascosto di sentirsi pronto e desideroso di indossare i panni del leader di un gruppo giovane, in costruzione e privo di senatori del calibro di Ibrahimovic.
LOTTA PER LA CONFERMA - Il carisma però non basta, il Boa deve dimostrare di essere un rinforzo di qualità non solo in spogliatoio ma anche in campo e i primi segnali sono stati incoraggianti: spazzati via i dubbi sulle condizioni delle sue ginocchia, non può essere ancora al 100% della condizione ma i progressi rispetto alle ultime amichevoli sono notevoli e fanno ben sperare; le qualità tecniche poi non sono cambiate, resta solo da calarsi in un ruolo nuovo perché quello del trequartista, il suo preferito, non fa parte dell'attuale progetto tecnico di Mihajlovic. Prince ha un obiettivo scolpito in mente: conquistarsi la conferma al termine della stagione. Il ghanese infatti ha firmato un contratto di soli sei mesi con il Milan senza alcuna opzione già stabilita per il rinnovo ma questo non vuol dire che non ci siano possibilità di permanenza: con 29 anni da compiere il prossimo marzo il Boa sente di poter ancora dare tanto alla maglia rossonera, alla quale è legato in maniera viscerale come testimonia anche il tatuaggio sul braccio realizzato alla conquista dello scudetto nel 2011. Tutto passa dal campo, presto sbilanciarsi dopo una sola partita visto che qualunque decisione verrà presa solo a giugno, ma si sa: chi ben comincia è a metà dell'opera.