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Bizzarri: 'Costretto a lasciare il Chievo, volevo chiudere lì la carriera. Ora...'
REAL MADRID - "Roberto Carlos, Raul, Hierro, Guti. Che squadra! Lì ho imparato come si gestiscono i campioni. Quando si fece male Bodo Illgner, il titolare, ero in lizza per sostituirlo. Ma in rosa c’era anche Casillas, alla fine la spuntò lui. Essendo cresciuto nel settore giovanile dei blancos Iker era un po’ più protetto, ma comunque almeno una partita in Champions l’ho giocata!".
CATANIA - "Era una società in crescita, c’era tanta passione, si lottava per la salvezza ma c’era ambizione. Sono stati due anni belli, soprattutto per i tifosi".
LAZIO - "Col tempo mi sono reso conto che lì non avevano bisogno di me. Reja? Mi ha messo a fare il terzo portiere perché diceva che avrei disturbato Muslera, il primo, se avessi fatto il secondo. Decisione che va contro la natura del calcio, la concorrenza spinge a dare di più. A Roma ho vissuto anche momenti positivi, ho vinto trofei e trovato una squadra forte. Klose è il più forte con cui ho giocato. Poi, certo, mi sarebbe piaciuto avere più spazio, è normale. Ho lasciato la Lazio per trovare più spazio, quell’anno però Marchetti si infortunò e Berisha giocò 30 partite".
GENOA - "Sono arrivato al Genoa nell’anno in cui è esploso Perin, anche in quel caso giocai poco".
CHIEVO - "La squadra era ultima in classifica e Maran dopo qualche partita ha iniziato a farmi giocare. Eravamo ultimi, ci siamo salvati con largo anticipo. Ho mantenuto anche la porta inviolata per quasi la metà della stagione, una cosa difficile. Nel secondo anno siamo arrivati addirittura noni. In modo inspiegabile sono stato costretto ad andarmene, perché il presidente Campedelli voleva Sorrentino nonostante Maran insistesse per tenermi. Per non entrare in polemica con ambiente e spogliatoio ho facilitato la mia cessione. Ci sono rimasto male perché volevo chiudere la mia carriera a Verona, ma quando mi rendo conto di queste situazioni non mi piango troppo addosso".