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Biraghi: "Italiano è una persona sincera: ecco cosa mi chiede. Finalmente l'ambiente è unito, aspettiamo solo Commisso"
“La storia del “biroaggiro” è nata più o meno dopo la partita contro il Genoa, o forse anche prima. Ognuno ha il suo modo di calciare: io ci metto un po’ di forza in più cercando di lasciare il giro al pallone. Fa piacere sentire l’affetto dei tifosi: penso che le cose belle nascano dopo qualche scaramuccia. L’inaspettato affetto dei tifosi? Le cose belle hanno sempre qualche scaramuccia all’inizio, Io sono sempre così, non cambio mai per niente e nessuno: all’inizio posso sembrare un po’ antipatico o chiuso, anche fuori dal campo faccio quest’impressione. Ma lo capisco, è anche normale che sia così ma non ci posso far niente (ride, ndr). Anche mia moglie mi massacra su queste cose, ma lei è l’opposto di me: parlerebbe anche con i muri.
Come sta il gruppo adesso che siamo a metà del campionato?
"Già da Moena si respirava un’aria diversa rispetto agli ultimi anni, c’era un clima nuovo. Di solito, quando si chiude un’annata come quella dell’anno scorso, ripartire non è facile. Invece fin da subito si è capito che qualcosa era cambiato. Adesso la squadra, il mister, la società e il tifo sono finalmente un tutt’uno e questo è importante perché l’unità di intenti porta sempre a buoni risultati”.
Cosa penso del Viola Park? “Siamo venuti qua ad agosto, i lavori nel tempo sono andati molto avanti. E’ molto bello veder crescere dall’inizio una struttura di questo genere, che il presidente ci sta regalando. Lo aspettiamo in Italia molto presto. Quello che Commisso sta costruendo è importante non solo per la Prima Squadra, ma anche per tutta la Fiorentina in generale”.
Com’è il mio rapporto con Vincenzo Italiano?
“E’ bellissimo, parliamo di tantissime cose. Uno dei pregi più grandi del mister è la sincerità, a me queste persone piacciono perché è giusto che vengano dette sia le cose positive che quelle negative. Il suo arrivo ci ha dato molto: se stiamo facendo questo campionato, è anche molto merito suo perché ci ha dato un’impronta di gioco ben precisa e siamo stati bravi noi a recepirla”.
Cosa mi chiede il mister?
“Sto toccando tantissimi palloni in fase di costruzione, il mister mi chiede di venire spesso dentro al campo a fare quasi il centrocampista. E questo mi piace molto, anche perché in carriera non mi era capitato. I nuovi acquisti sono arrivati da poco, ma hanno già giocato e si sono già ambientati. Come ho già detto, entrare in un gruppo così consolidato è facile”.
Come vedo i nuovi arrivati?
"Sono arrivati da poco, ma hanno già giocato tutti e tre. Si sono già ambientati, poi sicuramente gli servirà un po' più di tempo per imparare la lingua, conoscere i meccanismi che chiede il mister. Per un nuovo entrare in un gruppo che è già così consolidato, dove c'è entusiasmo, di gente sana, di bravi ragazzi, una società che ti dà tutto a disposizione, penso che l'ambientamento sia questione di giorni".
Che posti ho consigliato loro in città?
"La prima cosa che stanno cercando è casa. Io posso dare i miei consigli, io sto bene in centro, c'è chi sta meglio fuori. Ci siamo messi a disposizione compagni e società, quando avranno bisogno di qualche ristorante saremo pronti a dare consigli. Io Sono arrivato a Firenze cinque anni fa, con mia moglie ci siamo subito trovati bene. È una città che si vive molto bene, a livello di monumenti è pazzesca. Quando esco in centro, rimango sempre impressionato: non ti stanchi mai di vederle e rivederle”.