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  • Bijol strizza l’occhio all’Inter: "A chi non piacerebbe? C’è interesse, vediamo in estate"

    Bijol strizza l’occhio all’Inter: "A chi non piacerebbe? C’è interesse, vediamo in estate"

    • Paolo D'Angelo
    In vista della sfida di campionato tra Inter e Udinese, il centrale dei friulani Jaka Bijol sarà l’osservato speciale della dirigenza dell’Inter, in cerca di un difensore per la prossima stagione. A tal proposito, il giocatore sloveno ha rilasciato una lunga intervista a La Repubblica, aprendo ad un possibile trasferimento in nerazzurro in estate: "Inter? A chi non piacerebbe? Non credo ci siano tanti giocatori al mondo che in questo momento non vorrebbero essere all’Inter. Sicuramente mi interessa, ma intanto voglio batterla domenica, poi si vedrà in estate". Queste le altre dichiarazioni:

    Marcherà lei Thuram?
    «Un giocatore del genere va contenuto con il gioco di squadra. E dell’Inter non devi dimenticarti nessuno. Segnano tutti, difensori compresi».

    Dei centrali nerazzurri, chi le piace di più?
    «Dico Bastoni, uno dei migliori al mondo. Ha un sinistro incredibile, è bello vederlo giocare».

    Chi vincerà il campionato?
    «Penso che l’Inter ce la possa fare».

    E l’Udinese per cosa corre?
    «La Conference League è distante 11 punti. Fino a quando la matematica lo consente ci crediamo».

    L’episodio del rigore di Lucca
    «Abbiamo parlato già a fine primo tempo, Lorenzo ha capito. È un bravo ragazzo, con una personalità forte. Voleva a tutti i costi fare gol, ma ha esagerato. Sono cose che non devono succedere. Ma dopo si è rafforzato il nostro legame. E anche la stima per l’allenatore. D’istinto ha reagito bene, prima lasciando a noi la gestione in campo, e poi sostituendo Lucca per dargli un segnale. È finita nel migliore dei modi: a tavola. Lorenzo ha pagato a tutti una cena di carne. Abbiamo preso il filetto migliore del menù, così impara».
     
    Lei ha iniziato a centrocampo, poi è passato centrale di difesa. È il suo ruolo definitivo?
    «Sono quattro anni che gioco in questa posizione, mi piace. Oggi i difensori portano palla, creano gioco, attaccano.
    E sarà sempre più così. Nella Slovenia giochiamo a quattro, qui all’Udinese c’è una tradizione di difese a tre, da Guidolin a Zaccheroni. Mi piace studiare la storia dei club in cui gioco. Oggi alterniamo i due moduli».

    Com’è il lavoro con Runjaic?
    «Ama ascoltare e confrontarsi. Ci coinvolge, poi decide. Ci chiede di tenere palla, ha un approccio offensivo, è un piacere».

    Runjaic ha origini balcaniche, ma è tedesco. Lei ha giocato nell’Hannover. Che lingua parlate?
    «Per lo più serbo-croato, ma anche tedesco. Io oltre allo sloveno parlo anche inglese, italiano e russo».

    Nel tempo libero cosa fa?
    «Vorrei andare in mountain bike e giocare a tennis, ma rischio di farmi male. Faccio beneficenza per i ragazzini con problemi psichici. E prima di venire in Italia cucinavo ottime tortillas. Adesso ho smesso, il vostro cibo è troppo buono. Siamo nella patria del San Daniele. Ma la mia vera passione è la lettura».

    Cosa legge?
    «Di tutto. Libri di sport, saggi di ogni tipo e romanzi. Mi aiutano a distrarmi. Ho appena finito Il Mago del Cremlino, di Giuliano da Empoli. Bello. Visto che qui non trovo libri in sloveno, ne compro in inglese e in italiano. Voglio migliorarmi».
     
    Pensa di restare a giocare in Italia, nei prossimi anni?
    «La Serie A è uno dei più bei campionati del mondo e sono contento di avere scelto l’Udinese. Qui sono cresciuto. La Premier mi affascina. E da bambino ero tifoso del Barça. Ora mi sento pronto per fare un passo in avanti».

    Chi è il suo idolo nel calcio?
    «Messi. Guardo ancora i video delle sue giocate, che spettacolo. Quanto ai difensori, non ho un modello. Li osservo tutti, cerco di imparare».

    E nella vita, a chi si ispira?
    «Papà e mamma, persone serie con valori sani. Hanno un’azienda che costruisce parti per gru, ruspe e camion. Fuori dalla famiglia, dico Pogacar. Appena posso, seguo le sue corse. Mi è spiaciuto che non abbia vinto la Sanremo. Vorrei stringergli la mano. È un esempio per tutto il Paese».
     
     
     

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    Ronaldo ce n'e'1
    Ronaldo ce n'e'1

    Beukema tutta la vita.

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