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Bernardini: Samp falso d'autore
Prendiamo Genova e in particolar e la sponda doriana il giorno dopo la catastrofe calcistica che si è consumata al “Ferraris”. Un “belin!” grande come una casa e potente come un tuono sovrasta la parte della città il cui simbolo è capitan Trinchetto. C’è sicuramente qualche cosa che non torna, anche se è difficilissimo capire di che sitratta. Di certo quello che il presidente Ferrero aveva definito il “capolavoro doriano del secolo”, dopo tre giornate di campionato, si sta rivelando un clamoroso “falso d’autore”. Vincenzino Montella aveva lasciato la Fiorentina e la maggioranza della tifoseria viola aveva voluto leggere l’evento come portatore di sciagure. Arriva Paolo Sousa e la piazza storce il naso forse anche soltanto in virtù del passato juventino del tecnico portoghese. Morale. Mi pare che la Fiorentina, ad oggi e per risultati e per qualità di gioco, sia l’autentica rivelazione del campionato tanto che domenica prossima non sarebbe scandaloso assistere alla “vendetta” di Sousa sui bianconeri.
Intanto alla Sampdoria sbarca Walter Zenga e la maggioranza della tifoseria blucerchiata non riesce a mascherare il proprio disappunto. Eppure, almeno fino a quando lo spogliatoio doriano rimane compatto non essendoci alcun elemento destabilizzatore, la Samp fa risultati e anche il suo gioco non è male. Ed ecco che, come dice Amleto, accade l’inspiegabile. Zenga che è un uomo molto diretto, molla la baracca e torna dagli emiri. Alla Samp, tra squilli di tromba e petali di rose lanciati dai balconi, prende servizio Montella. Questa sera, a metà della mattanza, il presidente Ferrero per la prima volta ha lasciato Marassi sconvolto.
Che accade? “Belin, un bel casino davvero” tanto più complicato perchè decisamente misterioso che porterebbe a presumere l’esistenza di un abbaglio collettivo fin dai tempi di Firenze i cui meriti per i successi, forse, andavano attribuiti più alla società e ai giocatori che non ad un allenatore evidentemete normale. Si sa che Diego Della Valle è un imprenditore che non fa sconti a nessuno e poco incline ai sentimentalismi di maniera. Però, in questo caso e in prossimità del Natale, al posto suo confezionerei alcuni pacchetti dono con delle “Tod’s” nuove di zecca. Un paio per Montella che “si è liberato” dai viola con poca eleganza. Un paio a Zenga che gli ha lasciato il posto. Un paio a Cassano che ha “dimissionato” Zenga. Ora, mi sa che scalzo rimarrà Ferrero.
Marco Bernardini