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    Bernardini: Juve, Allegri e il nuovo compromesso storico

    Bernardini: Juve, Allegri e il nuovo compromesso storico

    Non sopporto quelli che non sanno chiedere scusa. Mi fanno venire l’orticaria quelli che, per presunzione, non riescono ad ammettere di essersi sbagliati. In tutto ciò l’orgoglio non c’entra. Trattasi semplicemente di stupidità o, per bene che vada, di superficialità. Sicchè, dopo aver visto la Juventus ribadire la propria forza dirompente a Roma contro la Lazio, mi metto in fila insieme a tutto coloro i quali per ragioni differenti e talvolta ben motivate avevano già allestito il rogo sul quale arrostire Massimiliano Allegri. E mi auguro che la fila dei penitenti sua lunga quanto lo è stata quella dei giustizieri.

    Espletato questo doveroso e importante compito “morale” passo a chiedermi che cosa mai sia accaduto di così fondamentale al cuore di una squadra tornata ad essere macchina da guerra dopo aver rischiato di lasciarsi vedere quasi sconosciuta a se stessa. Non vorrei apparire pedante o banale, ma insisto nel dire che la chiave per interpretare la lesta e autorevole rinascita bianconera ha il nome e il cognome di Paolo Dybala. Il vero, nuovo e forse anche unico Topkapi della collezione di preziosi juventini intorno al quale allestire le probabili feste future. Allora verrebbe da chiedersi che cosa c’entri mai Allegri con il campione argentino e, soprattutto, perché il tecnico meriti scuse ufficiali da chi lo avrebbe voluto defenestrare dal progetto bianconero Max Allegri c’entra eccome nella misura in cui, con grande saggezza, ha deciso di evitare il rischio di fare la fine destinata al famoso marito il quale si evira soltanto per fare dispetto alla moglie.

    Il tecnico che non riteneva abbastanza “maturo” il  giovane argentino e che lo relegava in panchina a crogiolarsi con la faccia un po’ così di chi non capisce il perché ha dimostrato di essere non solo un buon professionista ma soprattutto una persona provvista di grande buon senso.  Per fortuna sua e alla Juventus la quale ha cambiato marcia proprio dal momento in cui  Dybala è stato promosso intoccabile. Forse non un gesto di umiltà, ma sicuramente un atto di grande pragmatismo e di buon acume quasi politico in senso andreottiano. Una scelta, anche ideologica se vogliamo, comunque moto simile e traslata in chiave sportiva a quelle dei grandi e irripetibili statisti di casa nostra. Aldo Moro ed Enrico Berlinguer uniti, per il bene del Paese, dal patto che va sotto il nome di compromesso storico. Allegri, nel suo piccolo, ha  così tracciato così la linea per la Juve del futuro.


    Marco Bernardini

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