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    Bernardini: Andrea Agnelli e le jene

    Bernardini: Andrea Agnelli e le jene

    Non sono un moralista. Mi piace pensare che ciascuno sia libero di fare ciò che più ritiene opportuno purchè non provochi danni a terze persone. In compenso mi scandalizzo di chi si scandalizza sguaiatamente. Conosco Marco Travaglio da quando era un giovane praticante. Lo stimo per tutte le battaglie civili che ha portato avanti. Conosco Paolo Ziliani dai tempi in cui collaboravo con il Guerin Sportivo. Ho sempre ammirato il suo senso per l’ironia intelligente. Del resto entrambi hanno avuto maestri di grande valore come Indro Montanelli e Italo Cucci. Sicchè mi ha sorpreso e non poco l’intervento a piedi uniti effettuato sul presidente della Juventus Andrea Agnelli attraverso una pagina de “Il Fatto Quotidiano” del quale Marco è direttore e Paolo opinionista. L’ho trovato un clamoroso e inopportuno gesto tipico del voyeur inginocchiato davanti alla porta per osservare dal buco della serratura e poi riferire con speciose finalità giornalistiche su fatti squisitamente privati che dovrebbero riguardare soltanto i diretti interessati. Travaglio e Ziliani non sono sciocchi e sanno  che specialmente i lettori del loro giornale se ne fregano del gossip. Quindi per mascherare il colpo basso hanno tentato di rivestire una squallida ma anche banale vicenda di corna con connotazioni economico-finanziarie che, a loro avviso, potrebbero compromettere la stessa solidità dell’azienda Juventus S.p.a. La qual cosa intristisce ancora di più perché mette in luce una inequivocabile malafede o, perlomeno, il desiderio di fare un dispetto da comari pettegole. Giovanni Arpino, giornalista e scrittore purtroppo quasi dimenticato, nel suo libro “Azzurro tenebra” definiva “le jene” i colleghi impegnati in quel tipo di cronaca. Immagine quanto mai azzeccata.

    So perfettamente che le argomentazioni di carattere sessuale, come si dice in slang giornalistico, “tirano” più di quelle della fame nel mondo o delle vittime di guerra. Al proposito rammento un giorno di parecchi anni fa quando a Torino i carabinieri fecero irruzione in un “Centro del benessere” dietro la cui griffe salutista si nascondeva un elegante casino di lusso. Si chiamava “Viva Line” ed era diventato il punto di incontro preferito per molti calciatori della Juventus e del Torino. Alcuni,  poi, arrivavano anche da Milano e da Genova per trascorrere un poco di tempo in compagnia di ragazze davvero molto belle. Tra i clienti, “ça va sans dire”, anche un discreto numero di giornalisti. Gli stessi che, una volta scoppiato lo “scandalo”, versavano fiumi di inchiostro per indagare e portare a galla i “birbaccioni”. Ebbene, un fedelissimo del “Viva Line” era Massimo Mauro il quale sempre ricco di onestà intellettuale anziché negare o fuggire come facevano altri suoi colleghi disse pubblicamente: “E allora cosa volete da me? Sono giovane e non ho legami affettivi. Vado a fare l’amore e non a rubare”. Silenzio. Andrea Agnelli era ed è sposato?  Anche Buffon, Pirlo e un esercito di calciatori oggi separati o divorziati lo erano. Il presidente della Juve dovrà pagare gli alimenti alla ex signora inglese? Certo, lo farà nella misura in cui deciderà il giudice e per quel che possiede.

    Esattamente come tutti noi. Anche i moralisti i quali spesso fanno finta di scordare che le  “corna” rappresentano la forma più autentica di democrazia. Nel senso che, nell’arco di una vita, tutti le abbiamo sperimentate. Anche soltanto con il pensiero. Sai, allora, quale scoop…!

    Marco Bernardini 

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