Andrea Agnelli nei guai per amore
“Mi sono innamorato proprio della donna di un amico mio / con tante donne al mondo, proprio la ragazza di un amico mio”. A cantare con voce dolente questi tormentati versi, a fine anni ’60, era un cantante brasiliano, Roberto Carlos, destinato a vincere presto, in coppia con Sergio Endrigo, il Festival di Sanremo. Correva l’anno 1967 e Andrea Agnelli, figlio di Umberto Agnelli e Allegra Caracciolo, non era ancora nato. Forse Andrea, Classe 1975, quel ritornello non l’ha mai ascoltato: e se gli parlate di Roberto Carlos pensa al terzino brasiliano che l’Inter sbolognò al Real Madrid per fare posto a Pistone. Come si dice in questi casi: errare humanum est. Già. Si è ficcato in un dannato imbroglio, da cui non sarà facile uscire, il 40enne presidente della Juventus, quarto Agnelli a guidare il club bianconero dopo nonno Edoardo, zio Gianni e papà Umberto. Sposato con Emma Winter e padre di due bambini, Baya di 10 anni e Giacomo Dai di 4 (dove Dai sta per Davide: vedi origini gaeliche di mamma Emma), Andrea ha emulato le gesta extra-sportive di Buffon e Pirlo, i due campioni juventini che all’unisono, un anno fa, buttarono all’aria i loro matrimoni con Alena Seredova e Deborah Roversi legandosi il primo a Ilaria D’Amico, il secondo a Valentina Baldini. Andrea, che di Pirlo (39 anni) e Buffon (37) è quasi coetaneo, ha perso la testa infatti, con conseguenze disastrose, per Deniz Akalin, un’ex modella di origine turca che era – ed è ancora – la moglie di un suo caro amico, Francesco Calvo, che proprio Andrea aveva fatto assumere alla Juve come direttore commerciale e responsabile marketing. Radio-portineria parla di Andrea e Deniz colti in atteggiamenti inequivocabili durante una festa di matrimonio nel maggio scorso. Con esplosione dello scandalo ed esiti subito dirompenti. Emma Winter, moglie 38enne di Andrea, pianta in asso il marito e se ne va a vivere con i due bambini nella residenza di Londra. Francesco Calvo, l’amico tradito, chiude il rapporto di lavoro con la Juve e dopo una buonuscita milionaria si accasa nientemeno che al Barcellona, di cui è diventato dal 1 ottobre nuovo direttore commerciale. Deniz Akalin, moglie di Calvo, sceglie di non dare seguito al flirt con Andrea, ricompone il rapporto col marito e lo raggiunge, con la bambina in braccio, a Barcellona. Andrea Agnelli lascia la casa in cui ha vissuto con Emma e i figli e si trasferisce in un nuovo appartamento, sempre a Torino, per viverci da solo. John Elkann, il cugino, fratello di Lapo e presidente di Exor (la cassaforte della Real Casa), è furibondo con Andrea non tanto per lo scarso stile mostrato, quanto per i danni economici che la vicenda innesca: la buonuscita milionaria a Calvo, la rinuncia a un manager che stava portando alle stelle il marketing juventino (spettacolare il contratto da 139,5 milioni in 6 anni siglato da Calvo con Adidas, con vendita di maglie tre volte superiore rispetto all’era-Nike, il tutto grazie all’espansione in mercati esteri come Cina, Usa, Asia e Australia e al forte impulso ottenuto sui nuovi media come il sito Sina Weibo, il Twitter cinese, 180 milioni di utenti attivi in 190 paesi), per non parlare del regime di comunione dei beni del matrimonio con Emma che potrebbe avviare un contenzioso giudiziario su una considerevole fetta del tesoro di famiglia: ad Andrea compete infatti il 10% dell’Accomandita degli Agnelli oltre che la gestione del patrimonio personale del padre Umberto, morto nel 2004. Ancora: dopo che Andrea ha minacciato a lungo di fare causa alla Figc, chiedendo un risarcimento di 444 milioni per i presunti danni (la retrocessione in B) patiti ai tempi di Calciopoli, la recente sentenza della Cassazione ha stabilito che sarà la Juve, unitamente ai dirigenti dell’epoca Moggi e Giraudo, a dover rifondere i danni ai soggetti danneggiati, a cominciare proprio dalla Figc. Altro spauracchio con la S maiuscola. Cherchez la femme. Mais aussi l’argent. I soldi, come sempre, sono al centro di uno scandalo che i media, con l’eccezione del sito Dagospia e del settimanale Chi, si sono sforzati di nascondere da maggio a oggi, omertosamente e a dispetto delle evidenti – e più interessanti – implicazioni extra-gossip. Lo tsunami finanziario che potrebbe travolgere la Juve, innescato dalle scappatelle del farfallone Andrea, ha reso furibondi gli Elkann a cominciare da John; che non perdona al cugino (“Non puoi far pagare i tuoi errori agli azionisti della Juve”) lo scacco in cui potrebbe metterlo Emma, la moglie dallo spirito ribelle che su Twitter da un lato lo difendeva insolentendo Totti e Conte, dall’altro postava foto di Caceres a torso nudo commentando: “Questo ha definitivamente migliorato il mio lunedì” per poi reclamare a viva voce l’acquisto di “giocatori con grandi bicipiti”, per i quali apertamente stravede. Sono lontani i tempi in cui Emma, nella scorsa stagione, tifava in tribuna a mo’ di ultrà come in Juventus-Monaco, quarto di Champions. Oggi Emma è scomparsa da ogni radar e Andrea si è ritrovato solo: in tribuna come al bar, dove Chi l’ha immortalato, tra tazze di caffè e sigarette fumate a metà, roba che in confronto Bersani davanti a una birra solo soletto in quel pub di Roma metteva allegria. Senza più né Emma né Deniz, senza la moglie e senza l’altra, Andrea ha l’aria del George Clooney dello spot Nespresso, quello che per conquistare l’ambita cialda baratta le scarpe col rivale, poi per cavalleria la cede alla femme fatale che va a gustarsela col bellimbusto dalle scarpe nuove. Andrea, insomma, brancola nel buio. E si rode. La Juventus si era data un obiettivo: scalare la classifica della Money League, quella prodotta da Deloitte sui ricavi dei club di calcio, lasciando il 10° posto (279 milioni) e avvicinandosi ai 4 grandi colossi europei: Real Madrid (549 milioni), Barcellona, Manchester United e Bayern. Col lavoro di Francesco Calvo il traguardo sembrava alla portata, ma ora l’ex amico e direttore commerciale se n’è andato al Barcellona: che in questi giorni ha annunciato l’accordo di sponsorizzazione con Qatar Airways per 70 milioni l’anno fino al 2021 (record di tutti i tempi). E insomma la domanda è: riuscirà Andrea Agnelli a sostituire Calvo in società meglio di quanto non abbia fatto con Tevez e Pirlo in squadra? Ingaggiando un Maradona invece che un Hernanes? Con la Juve 12^ in classifica, i dubbi di precipitare in basso anche nella graduatoria che sta più a cuore agli Elkann, quella dei soldi, sono fondati. Di sicuro, tutti sperano che Andrea riacquisti un minimo di serenità. “Sono nato e cresciuto a Torino – disse un giorno il figlio di Umberto a Repubblica – e amo questa città per la sua riservatezza e il suo spirito di dedizione al lavoro. E poiché ho avuto un certo tipo di educazione, so che la famiglia e l’ambiente trovano sempre un posto nel carattere delle persone. E rimangono lì per sempre”. Purtroppo, non sempre.
Paolo Ziliani