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    Bernardeschi: 'Vorrei diventare una bandiera, dipende dalla Fiorentina. Juve sopra le altre. Cina? A 22 anni no'

    Bernardeschi: 'Vorrei diventare una bandiera, dipende dalla Fiorentina. Juve sopra le altre. Cina? A 22 anni no'

    L’attaccante della Fiorentina, Federico Bernardeschi, ha parlato in esclusiva alla Domenica Sportiva su Rai Sport del suo presente in maglia viola, ma anche del suo futuro: "Dove mi vedo nel futuro? Io penso solo al presente, sto bene alla Fiorentina e sto pensando alla partita contro il Napoli che è fondamentale per noi".

    BANDIERA VIOLA - "Il pensiero di diventare una bandiera viola come Antognoni c’è, sono legato tantissimo a questa società e vedremo insieme alla società di provare a farlo diventare realtà". 


    IL RAPPORTO CON SOUSA - "Le parole di Sousa su di me? Quando si fa una manifestazione importante come gli Europei, rientrare subito mi è parso più difficile del normale. Perciò il mister credo che si riferisse a quello, io e Sousa abbiamo parlato e ci siamo chiariti. Siamo sempre stati legatissimi al mister che ci ha sempre dato tranquillità e abbiamo sempre dato il cento per cento. Ci sono stati momenti di difficoltà, ma non certo dovuti al rapporto giocatori-allenatore. Lo spogliatoio non è mai stato spaccato".

    IL RUOLO - "Mi sono sempre adeguato a quello che mi hanno chiesto gli allenatori, poi se devo scegliere una posizione in campo, sicuramente qui è dove mi trovo meglio. Sono innamorato follemente di questo sport”.

    IDOLI - "I miei idoli sono sempre stati Shevchenko e Totti, grandi campioni e grandi uomini fuori dal campo".

    SCUDETTO - "Roma o Juve? La Juve ha qualcosa in più, è una spanna sopra. La Roma ha giocatori fortissimi, se c'è qualcuno che può dar fastidio ai bianconeri sono loro e il Napoli. La gara contro la Juve? L'impostazione era di andare ad aggredirli alti subito, per metterli in difficoltà. Se fai giocare una squadra come la Juventus diventa difficile". 

    SU I GIOVANI - "I giovani italiani? Finalmente se ne parla, perché negli scorsi anni non era così. È una bella storia sentire anche i giocatori che conoscevi nelle giovanili under, e ritrovarsi in Serie A. Un nome? Cataldi, Benassi, Romagnoli, Rugani, Gagliardini, Caldara... ce ne sono tanti".

    SUL MERCATO CINESE - "Milioni cinesi? A ventidue anni bisogna pensare a cosa si vuole lasciare a questo calcio più che sul resto.
    Il calcio europeo ti fa vincere ed emozionare. Ad una certa età, vinto qualcosa di importante, si può andare".

    LA 10 - "Peso della maglia numero 10? Un po' ci ho pensato ma devo dire che non volevo far passare il messaggio di presuntuoso, ma il mio messaggio: avere uno stimolo in più, concentrazione in più, indossando quella maglia vestita dai grandi campione. Ci vuole ogni giorno determinazione in più nel portarla. Siccome ero giovane ho chiesto ai senatori se la vedevano come un gesto di presunzione, ma mi hanno detto di no".


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