Berlusconi, ma Galliani non paga mai?
Allegri, Seedorf, Inzaghi, Mihajlovic. Un allenatore che aveva da poco vinto lo scudetto, due debuttanti, uno esperto. Due italiani, un olandese, un serbo. Un pragmatico, un sognatore, un aziendalista, un sergente di ferro. Un ex fantasista, un ex centrocampisa, un ex centravanti, un ex difensore.
Li ha provati tutti, il Milan, eppure i risultati nelle ultime quattro stagioni sono sempre gli stessi: pessimi, a volte; a volte anche peggio. Anche la presunta soluzione ai problemi - gravissimi - della squadra non è mai cambiata: è impossibile che la gloriosa squadra rossonera non vinca, colpa dell'allenatore, cambiamolo. Andrà così anche stavolta: se Mihajlovic vincerà qualche partita prolungherà l'agonia, ma la fine è segnata. Aspettando che anche Sinisa venga cacciato, e chissà se sarà trattato come un semi-incompetente alla stregua dei predecessori, ci permettiamo poche riflessioni. Tre, per la precisione.
Numero uno: un allenatore può anche dimostrarsi a sorpresa poco adatto al Milan, ai suoi calciatori e al suo blasone, ma se lo stesso accade a quattro tecnici così differenti consecutivamente, il problema non è chi va in panchina, ma chi gestisce la società e costruisce la squadra, evidentemente scarsa per soddisfare le ambizioni del suo presidente. Nel caso specifico, il braccio operativo del Milan - dopo la cacciata di Braida, direttore sportivo, unico uomo di campo del club - è Adriano Galliani.
Numero due: se in passato la squadra è stata costruita al risparmio, anzi spesso passando attraverso dolorosissime rinunce (ad Allegri vennero ceduti Ibrahimovic e Thiago Silva, a Inzaghi venne acquistata una manciata di svincolati sperando che qualcuno funzionasse), nell'ultimo mercato il Milan ha anche speso molto, quasi cento milioni di euro, nel nome di MrBee. Evidentemente in passato non si è riusciti a costruire grandi squadre in economia, e ci sta, ma adesso si è sbagliato tutto nonostante una valanga di milioni messa sul mercato. L'uomo che guida il mercato rossonero è Adriano Galliani.
Numero tre: poniamo pure che la responsabilità degli insuccessi del Milan non sia dell'organico modestissimo, delle scelte di mercato sbagliate, della programmazione inesistente. Poniamo dunque che la colpa sia davvero dell'allenatore: prima Allegri, poi Seedorf, quindi Inzaghi, infine Mihajlovic, tutti inadeguati al ruolo. Okay, ma si sa che la qualità fondamentale in un capitano d'industria è saper scegliere gli uomini da mettere nei ruoli chiave affinché l'azienda funzioni; se li sbaglia tutti, il fallimento è assicurato e ovviamente il principale responsabile è proprio lui, il comandante. Ebbene, chi ha scelto gli allenatori del Milan? Uno Berlusconi (Seedorf), uno Berlusconi e Galliani (Mihajlovic), ma almeno due (Allegri e Inzaghi) proprio lui, Adriano Galliani.
E allora ci permettiamo di rivolgere una semplice domanda a Berlusconi, il presidente che ha costruito in tempi lontani la squadra più forte e vincente del mondo: com'è possibile che nel Milan paghino sempre gli allenatori e non paghi mai l'uomo che li sceglie, li accompagna nelle scelte, costruisce loro le squadre? Già: Berlusconi, ma perché Galliani non paga mai?
Stefano Agresti