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  • Bergomi, il retroscena: 'Vialli stava per diventare allenatore della Nazionale, e io suo secondo'

    Bergomi, il retroscena: 'Vialli stava per diventare allenatore della Nazionale, e io suo secondo'

    • Lorenzo Montaldo, inviato a Genova
    Alla serata per Gianluca Vialli, a Genova, c'era anche Beppe Bergomi, avversario di tante battaglie ma anche compagno e amico dell'indimenticabile bomber, in Nazionale e a Sky: "Ce l'hanno portato via troppo presto. In queste occasioni mi piace di più sottolineare le doti umane di Gianluca, che si sono modificate nel tempo" ha detto Bergomi. "Lo conoscevo da ragazzo, abbiamo giocato Europei e Mondiali insieme, ma dopo siamo cresciuti insieme anche oltre al calcio. La sua sensibilità era incredibile, e durante la malattia è cresciuta ancora. Bello ricordarlo così, nella semplicità e nella goliardia, perché a lui piaceva divertirsi".

    Gli aneddoti e i ricordi sono tantissimi: "E' sempre stato un perfezionista, mi diceva 'Zio vieni qua, facciamo allenamento prima di entrare in campo', dopo l'allenamento facevamo addominali. Trascinava anche me, che ero un po' più grande di lui, con la sua voglia di migliorarsi. Quando lo marcavo mi diceva sempre: 'Beppe, non darmi le ginocchiate nella schiena'. Io gli dicevo che per fermarlo in qualche modo dovevo aiutarmi. Negli anni di Sky il rapporto era cresciuto ancora". 

    Bergomi racconta poi un retroscena davvero importante: "Lui per poco non è diventato allenatore della Nazionale. Mi aveva chiamato e mi aveva detto "Vienimi a prendere all'aeroporto, ti devo parlare" e mi aveva detto: 'Tu farai il mio secondo in Nazionale'. Dopo non se n'è fatto niente. Era subito dopo Trapattoni". 

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