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    Beneventomania: punto d'onore

    Beneventomania: punto d'onore

    • Massimiliano Mogavero
    Si era imposto di tenere viva la stagione fino alla fine, nonostante una retrocessione arrivata con quattro giornate di anticipo, e ci sta riuscendo alla grande: con la spinta emotiva giusta, con l'ormai proverbiale ardore, con quello spirito necessario per prolungare un campionato che, sul piano delle ragioni di classifica, da tempo ormai ha veramente poco da dire per il Benevento. “Ci giochiamo la faccia che vale di più dei risultati e della classifica” ha detto Roberto De Zerbi che, da ammiraglio determinato qual è, continua a sollecitare la guardia altissima dei suoi, anche in una situazione in cui si dovrebbe avvertire la mancanza di grandi motivazioni.

    Inseguire il massimo anche in assenza di grandi sollecitazioni: è questo il manifesto della truppa giallorossa, è questo il messaggio che il Benevento sta lanciando a un torneo come quello di Serie A in cui troppo spesso, in passato, si sono visti risultati già scritti, scontati, mai cambiati dai riscontri del campo. Una squadra retrocessa e in inferiorità numerica per oltre mezzora che riesce, con un gol all'ultimo minuto, a imporre il pari a un'avversaria alla disperata ricerca di punti per allontanarsi dal baratro della retrocessione è un segnale di vitalità che fa bene a tutti (tranne all'Udinese, ovviamente). Qualcuno dovrebbe prendere esempio da questo Benevento, anche nei prossimi anni: sì, questo è il modo giusto di onorare un campionato.

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