Benevento, Improta: 'Vi spiego le differenze tra Serie A e B e l'importanza di battere la Juve'
Riccardo Improta, jolly di fascia del Benevento, si è raccontato a Football&Life: "La partita in Serie A si prepara mentalmente tutta la settimana. Mister Inzaghi e il suo staff sono maniacali e sono anche degli eccellenti motivatori. L’attenzione rivolta ai dettagli nasce in allenamento e viene replicata in partita. Siamo un gruppo molto unito, compatto, credo si noti questo. Abbiamo attraversato un periodo difficile in cui non è arrivata la vittoria, perdendo punti negli ultimi minuti contro Sampdoria e Torino, ma non abbiamo mai smesso di credere nel gioco, convinti che i risultati sarebbero arrivati. Come allo Stadium con la Juventus: una partita storica, dove forse abbiamo raccolto quello che in altre gare avevamo perso!"
DA SERIE B A SERIE A - "Sicuramente incontri più spesso calciatori con uno strapotere fisico difficile da affrontare. Ma direi che l’aspetto mentale è preponderante. Inoltre, ci sono delle differenze di gioco evidenti fra A e B. I ritmi della B sono forsennati e i duelli individuali contano molto. In Serie A gli ultimi 25 metri invece sono fondamentali: è lì che viene fuori la tecnica di atleti ai massimi livelli, è lì che si decide il risultato. In Serie B, se commetti un errore, puoi sperare di cavartela. In Serie A questo non succede, se sbagli una diagonale sei certo che verrai punito. Ci vogliono 95 minuti di attenzione continua, appena ti prendi una pausa, gli altri fanno gol. In questa stagione ho arretrato il mio raggio d’azione, operando recentemente come quinto di destra o di sinistra. Questo mi ha dato la possibilità di guadagnare minuti ed esperienza, affrontando calciatori che in serie B non ti capita di incontrare così spesso. Quando ti punta un Kulusevski, un Ribery, sai che non puoi concedere nulla. Ci sono giocatori incredibili, ma noi sappiamo cosa fare per fronteggiarli e rispondere colpo su colpo. Rispetto alla Serie B, inoltre, spesso capita che gli avversari ci concedano per diversi minuti il pallino del gioco e, come dicevo, una volta arrivati al limite dell’area le cose si complicano: bisogna fare ricorso a tutta la nostra abilità tecnico-tattica per fare gol. Un girone fa ho segnato contro la Fiorentina ed è stata un’emozione unica, in B mi è capitato più volte perché giocavo più avanzato, ma segnare in Serie A ripaga di tanti sacrifici".