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    Basta ad arbitri come Sacchi ma anche alle denunce a targhe alterne di Inzaghi! Spalletti ha ragione

    Basta ad arbitri come Sacchi ma anche alle denunce a targhe alterne di Inzaghi! Spalletti ha ragione

    • Andrea Distaso
      Andrea Distaso
    "Il calcio dovrà sempre migliorare, sarà un giorno fantastico quando noi allenatori e addetti ai lavori non guarderemo più l'arbitro che andrà a dirigere la nostra partita". Parlava così Simone Inzaghi il 3 gennaio scorso, per rispondere agli accenni di lamentele che si levavano da parte della tifoseria del Napoli per la designazione dell’arbitro Sozza - sezione AIA di Sereno, a pochi chilometri da Milano - per il big match del primo turno di Serie A dopo la sosta. Parole sagge e doverose per restituire un pizzico di serenità in un ambiente inquinato da troppo tempo da polemiche sterili ed inutili. Da bar, dove di calcio si parla sempre meno e la ricerca dell’alibi perfetto (talvolta preventivo) è lo sport preferito. Ebbene, il fioretto dell’allenatore dell’Inter è durato la miseria di 4 giorni. E’ bastato il primo episodio avverso alla sua squadra - il gol del possibile 3-1 sul Monza cancellato dalla goffa chiamata del signor Sacchi per un inesistente fallo in attacco - a far riemergere il “solito” Inzaghi, quello che sin dai tempi della Lazio non si è mai sottratto nel commentare gli episodi da moviola. Ovviamente solo quelli avversi.

    E’ bene sgombrare da subito il campo dagli equivoci: la topica di Sacchi di ieri è di gravità inaudita. Senza far paragoni con la clamorosa svista di Juve-Salernitana dell’ottobre scorso o i tanti/troppi sfondoni della stagione passata (la peggiore che si ricordi a livello arbitrale da un po’ di tempo a questa parte), non aver atteso lo sviluppo dell’azione d’attacco dell’Inter ed intervenire in modo tale da non consentire l’utilizzo del VAR è inaccettabile. Dopo 5 anni di introduzione del supporto tecnologico. E qui hanno ragione da vendere Inzaghi e Lautaro Martinez ad alzare la voce. E altrettanto doveroso è lo stop - si dice che sarà piuttosto lungo - del fischietto maceratese da parte del designatore Rocchi, che dovrà prendere atto una volta di più di dirigere una squadra di arbitri davvero mediocre. Un discorso che però deve valere sempre e per tutti, perché soltanto l’anno scorso non sentimmo tutte queste parole di denuncia da Inzaghi quando il VAR Massa, per esempio, inficiò gravemente l’esito di Torino-Inter non richiamando a dovere l’attenzione dell’arbitro Guida per il contatto in area tra Ranocchia e Belotti. O quando Lautaro Martinez - con una dinamica molto simile a quella con cui Calhanoglu con Kessie nel derby o a quella di ieri tra Acerbi e Ciurria - si conquistò un discusso penalty in un match molto contestato come quello contro la Juve a Torino.

    Altre parole: “Noi non pensiamo a complotti di nessun genere, però se tanti e spesso tirate fuori questi discorsi è segno che il nostro sistema è migliorabile. La credibilità deve essere la prima cosa”. Luciano Spalletti replicava così alle patetiche elucubrazioni mentali di certi “giornalisti” di Napoli in vista dell’ultima partita con l’Inter sul timore di errori scientifici per frenare la corsa della capolista del campionato. L’allenatore toscano ha tremendamente ragione: il sistema può e deve essere migliorato e di molto. Perché solo un sistema credibile applicherebbe lo stesso ordine di severità nel sanzionare i suoi arbitri per un certa tipologia di errori. Possibile che l’attenzione dell’opinione pubblica sia ai massimi livelli soltanto quando ad essere interessate sono le big e i periodi di sospensione non scattino con altrettanta puntualità quando abbiamo a che fare con partite non proprio di cartello? Non ci sembra che dopo il clamoroso epilogo di Lecce-Monza dell’11 settembre scorso (due rigori molto probabili negati ai salentini e nemmeno rivisti al VAR) per effetto degli svarioni di Pairetto e Di Martino siano stati presi provvedimenti eclatanti.

    Il sistema è assolutamente fallibile e pieno di zone d’ombra ed è giusto denunciarlo. Sempre però, non a targhe alterne. Allora sì che arriverà anche il “fantastico” giorno in cui, forse, nessun addetto ai lavori si preoccuperà più della scelta di un arbitro e del suo operato.
     

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