Barimania:| Solo un punto interrogativo
bariManca poco più di un mese al termine del campionato e l'unica certezza che ha il Bari è la retrocessione in serie B. Per il resto tutto è avvolto in un gigantesco punto interrogativo. Non si sa chi reggerà la società, non si conoscono i programmi e quali saranno i dirigenti, men che meno chi possa essere l'allenatore e quali i giocatori in odore di conferma. Troppe le domande senza risposta, incredibile la perseveranza nel non fare chiarezza. L'ambiente non è tranquillo: i risultati impediscono un reale interesse verso il campionato, il silenzio della società non dà modo di immaginare il futuro.
In un tale quadro c'è chi, giustamente, comincia a veder nero. Al punto che qualcuno si chiede se il Bari davvero rischi di scomparire dal calcio che conta. Paure forse esagerate, ma legittime a fronte delle assenze al San Nicola del presidente Matarrese che, stando ai si dice, sarebbe definitivamente stanco del suo ruolo al vertice del club. E, come è noto da queste parti, nella famiglia proprietaria della squadra non ci sono altri esponenti disposti a caricarsi un simile onere. Il tutto in un quadro economico non certo florido. Perché il Bari si presenterà a giugno con i conti in rosso e diverse pendenze da saldare.
Non brilla nemmeno l'universo degli acquirenti. Gli imprenditori locali che stanno trattando un eventuale ingresso in società rappresentano oggi l'unica vera alternativa credibile. La domanda, però, è: che cosa accadrebbe se, per un motivo qualsiasi, la trattativa con gli industriali baresi non andasse in porto? Gli scenari possibili appaiono sostanzialmente due: o i Matarrese riprendono le redini del club, oppure non sono da scartare ipotesi clamorose. Sperando di non cadere nel baratro più buio, l'impressione è che, nella migliore delle ipotesi, si vada verso un brusco ridimensionamento.
Una sorte che sarebbe una beffa a fronte dell'entusiasmo che si era finalmente risvegliato dopo un interminabile torpore. Bari non merita la serie B e tanto meno di disputarla senza ambizioni. Ma soprattutto Bari non merita di temere il fallimento. Un'umiliazione ingiusta, crudele, soprattutto perché in questo biennio di serie A la società avrà sì speso, ma anche incassato le ingenti cifre dei diritti televisivi. E non solo. Ha avuto riscontri di botteghino pressoché unici in Italia. Ecco perché i tifosi biancorossi non dovrebbero nemmeno essere sfiorati dal pensiero di una sorte tanto misera.
Tuttavia, senza parole e rassicurazioni, è facile lasciarsi andare al pessimismo. Pertanto, sarebbe davvero auspicabile un gesto d'apertura e d'affetto verso quella gente che davvero non avrebbe potuto dimostrare più amore verso una maglia. Che si parli, che si chiarisca, persino che si chieda aiuto se ce n'è bisogno. Magari le istituzioni non ascolterebbero, ma i baresi sì. Perché qui nessuno vuol veder morire un passione così grande. Insomma, la città ha diritto di sapere. Dubbi e interrogativi sono diventati proprio insopportabili.