La Juventus come ultima prova d'appello. In casa Bari gli sfoghi e i veleni dei giorni scorsi stanno lasciando il segno. Ieri, ad esempio, Caputo, Galasso, Rana e Strambelli (tutti in odore di cessione) si sono allenati a parte e non in gruppo. La società continua a confermare la fiducia a Ventura, ma se anche domenica non dovessero giungere segnali di reazione, non è escluso che, sebbene malvolentieri, il presidente Matarrese si ritrovi costretto ad operare il ribaltone. Nell'ambiente riprendono a circolare i nomi di Colomba e Papadopulo, ma ogni eventuale considerazione sarà affrontata soltanto a fronte del risultato e, ancor di più, della prestazione di domenica all'Olimpico.

D'altra parte, rassegnarsi adesso sarebbe una follia. Se tre indizi costituiscono una prova, la storia delle ultime stagioni insegna al Bari che la rimonta è possibile. A patto di trovare la chiave giusta all'interno del gruppo e di centrare gli opportuni rinforzi in questa sessione di mercato. Nel campionato 2007-08, infatti, il Cagliari concluse l'andata con appena 10 punti, ma, attraverso un doppio cambio di tecnico (Sonetti per Giampaolo e soprattutto Ballardini per Sonetti) e acquisti mirati (il portiere Storari, il centrocampista Cossu, l'attaccante Jeda), conquistò la salvezza arrivando addirittura a quota 42. Simile il caso del Chievo, nel 2008-09, giunto al giro di boa a quota 13, ma capace nel ritorno, con Di Carlo al posto di Iachini e gli arrivi di Colucci e Makinwa, di racimolare i 28 punti utili a strappare la permanenza. Lo scorso campionato, infine, l'impresa toccò al Catania: gli etnei avevano 15 punti (uno in più del Bari) al termine dell'andata, ma, con Mihajlovic (per Atzori) in panchina e Maxi Lopez in attacco blindarono la A raccogliendo ben 30 punti nel ritorno.

(Corriere del Mezzogiorno - Edizione Puglia)