Bari, Regalia ottimista:| 'Io credo alla salvezza'
Dalla Puglia manca da un po'. Ma nessuno meglio di Carlo Regalia conosce il Bari. L'esperto dirigente di Gallarate (oggi collaboratore della Pro Patria) ha ricoperto in biancorosso il ruolo di direttore generale per sedici anni spezzati in due parentesi. Le ambizioni, le esigenze di bilancio, il progetto dei galletti e lupi per lui ha pochi segreti. Così come i sogni di una tifoseria stanca di vivere in una perenne altalena.
Carlo Regalia, sono trascorse appena tredici giornate, ma il Bari e Lecce giace sul fondo della classifica. Se lo immaginava?
'Sicuramente è un dispiacere. Conosco bene la famiglia Matarrese e so quanto ci tenga a ben figurare nel massimo campionato. Non mi aspettavo il Bari all'ultimo posto: l'organico biancorosso è superiore ad almeno altre cinque formazioni'.
Quali sono le cause di tanti stenti?
'Il Bari sta pagando una serie davvero incredibile di infortuni. Una squadra di medio cabotaggio non può fare a meno di dieci elementi in una sola volta. Capisco che certe ragioni possano sembrare alibi. Ma quando si lotta per la salvezza i particolari possono fare la differenza'.
Nelle difficoltà spesso finiscono sotto accusa gli allenatori. Un eventuale cambio alla guida tecnica potrebbe giovare?
'No. Anzi. Sarebbe un grosso errore. Ventura ha conseguito risultati tali da meritare fiducia. E' la persona più qualificata per venir fuori dagli impicci. In più, parliamo di un tecnico di comprovato valore. Al momento, francamente ne vedo pochi alla sua altezza'.
Siamo a fine novembre, eppure si parla molto di mercato. La finestra di gennaio può rivelarsi risolutiva?
'La squadra ha perso qualche elemento di peso: penso a Ranocchia e Bonucci. Evidentemente i loro sostituti stanno carburando più lentamente del previsto. Il mercato invernale è un'opportunità da non sottovalutare. Guardandosi bene attorno si può pescare qualche giocatore in grado di coprire determinate lacune'.
Perché il Bari non è mai riuscito a stabilizzarsi in A senza eccessivi patemi?
'Purtroppo il numero di squadre che lottano per non retrocedere non è mai troppo ampio. Bisognerebbe avere la fortuna di centrare la permanenza per tre-quattro anni di fila. Ma se nel frattempo si inciampa, occorre ricominciare tutto daccapo. Un discorso che oggi è ancor più evidente. Perché la forbice tra A e B si è allargata. Chi ha maggiore esperienza nella massima categoria raramente è coinvolto nella zona retrocessione, che resta limitata a non più di cinque o sei compagini. Ecco perché, sul piano finanziario, un'eventuale retrocessione del Bari, che da due anni sostiene costi da massima categoria, lascerebbe tracce ben più tangibili rispetto ad un ritorno in B di una neo promossa'.
Su cosa possono fondarsi le speranze del Bari?
'La classifica è corta. Sono certo che, non appena recupererà i giocatori più importanti, il Bari si tirerà fuori dai guai e centrerà la salvezza'.(Corriere del Mezzogiorno - Edizione Puglia)