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Barella, simbolo dell’Inter che vuole vincere in Europa: il retroscena sul Manchester City
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DATI E DUTTILITA’ – Ma partiamo dalla partita di ieri con qualche dato che analizzi la scelta della UEFA di assegnargli la palma di migliore in campo: 89% di passaggi riusciti, 62 tocchi (la squadra si fida e lo cerca, in ogni occasione possibile), 3 palloni recuperati e 2 conclusioni a referto. Dando a un’occhiata alla sua heatmap, Barella non ha curato solamente la sua zona di competenza, ma ha sorvegliato lungo tutto il campo, da fascia a fascia, dalla difesa all’attacco. Se poi passiamo alla touchmap, ecco che il dato diviene ancora più evidente: Barella ha toccato la sfera di gioco in ogni singolo settore del rettangolo verde dell’Etihad. Non male per una mezzala tuttofare, che ha la possibilità di scalare anche in cabina di regia, come a più riprese dichiarato dallo stesso tecnico Simone Inzaghi. Un’arma in più a disposizione, una carta da giocarsi per future soluzioni alternative e per far coesistere un’altra mezzala (Frattesi?) con lo stesso Barella.
DIMENSIONE INTERNAZIONALE – E ormai i nerazzurri si misurano ad altissimo livello anche in ambito europeo, non solo in Italia. Simone Inzaghi ha donato a questa squadra una dimensione internazionale, di cui Barella è tra i testimoni più brillanti. L’Inter è una squadra che non teme il confronto, che gioca con coraggio, determinazione, qualità. E il vice capitano splende, eleva il suo stile, diventa simbolo di una prova che, prestazione alla mano, vede i nerazzurri raggiungere uno status di seria contendente alla vittoria finale della massima competizione europea. Essere un già ottimo interprete del proprio ruolo è già una qualità di rara dotazione, diventare a tutti gli effetti uno dei leader tecnici e comportamentali lo proietta a un livello superiore. “Questa prestazione è nata da una squadra che l’anno scorso ha dominato il campionato, lasciando qualcosa in Champions. Quest’anno vorremmo fare di più in questa competizione che ci ha visto arrivare in finale due anni fa. Noi vogliamo vincere, questa è l’ambizione. Abbiamo dato dimostrazione di potercela giocare contro una squadra fortissima. Dopo una partita non brillantissima a Monza ci sta venire qui e avere qualche pensiero, invece eravamo tutti concentrati. Derby? Nessun messaggio al Milan, pensavamo solo a questa partita”, un messaggio chiaro, da leader.
IL RETROSCENA CITY – Non è un caso che proprio il City di Pep Guardiola avesse messo gli occhi su Barella. Nell’estate 2023, dopo la finale di Istanbul che vide Rodri regalare la prima storica coppa dei Campioni al club inglese, il tecnico catalano aveva il desiderio di portarsi l’azzurro sulla sponda blu di Manchester. Via Gundogan, finito al Barcellona e tornato pochi giorni fa, se avesse salutato anche Bernardo Silva - il Paris Saint Germain aveva offerto 70 milioni ad agosto - ecco che Barella sarebbe stato il primissimo obiettivo dei Citizens. Non fu l’unica società a bussare alla porta dell’Inter: ci fu il Liverpool, il Bayern Monaco, ma, allora come oggi, l’idea di Barella è sempre stata di giurare amore ai nerazzurri, frutto anche di un contratto blindato lo scorso giugno sino al 2029. E ora l’obiettivo è chiaro: vincere anche in Europa e lasciare che Istanbul sia un lontano ricordo.
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