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Barcellona, chi è Marc Casadò: il canterano di Flick che ha dominato il centrocampo del Real Madrid
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Nel Barcellona che ha disintegrato il Real Madrid, vincendo il Clasìco per 4-0 al Santiago Bernabeu non può passare inosservata – tra le altre – la prestazione in mezzo al campo di Marc Casadò, centrocampista classe 2003 nato a Sant Pere de Vilamajor, piccolo comune catalano. Ha sì quattro anni più dei compagni ben più quotati Pau Cubarsì e Lamine Yamal ed è uno degli ultimi canterani messi in vetrina da Hansi Flick.
RIVELAZIONE - A differenza dei compagni di squadra più giovani è emerso più tardi. L’anno scorso, con Xavi, è stato convocato 21 volte in prima squadra, giocando appena due partite da subentrato. Il tecnico catalano gli preferiva Andreas Christensen davanti alla difesa, con Gundogan a fare la mezzala insieme a Pedri o Frankie De Jong. I problemi fisici del danese, però, e l’addio del tedesco, tornato al Manchester City, hanno spalancato le porte della prima squadra a questo metronomo, fulcro del gioco di un Barcellona tornato a splendere grazie ai frutti della sua Masìa (ieri erano ben otto i prodotti del vivaio in campo al Bernabeu).
QUANTITA E QUALITA - Dopo le quattro presenze totali della scorsa stagione, due in Liga e due in Champions, quest’anno è già a quota 12 gettoni tra campionato e coppa, di cui ben dieci dal primo minuto. Nella mediana a due del 4-2-3-1 o davanti alla difesa nel 4-3-3, Casadò abbina qualità a quantità. Ha una precisione chirurgica nei passaggi, 96% nella propria metà campo e 87% in quella avversaria, come si evince dai dati di SofaScore, a cui unisce anche una buona intensità difensiva. Nonostante gli appena 172 centimetri di altezza, ha 0,7 palloni recuperati a partita e 1,9 tackle. Quantità e qualità al servizio del gioco di Flick.
DOMINANTE - Contro il Real Madrid è uscito al 65’, lasciando spazio proprio a De Jong sul risultato di 2-0 per i blaugrana. In poco più di un’ora ben 70 palloni toccati, cinque contrasti vinti e l’82% di passaggi riusciti. Gran parte delle azioni sono passate da lui, basta pensare che Pedri, in 87 minuti, ha toccato appena tre palloni in più. Ha ispirato il primo bellissimo gol della serata di Robert Lewandowski con un passaggio che ha tagliato in due la distratta difesa del Real Madrid. La dominanza del centrocampo composto dai due canterani sarà la forza di Flick, che ha trovato in Casadò il perfetto equilibratore, il giocatore che consente alle frecce sugli esterni di andare e all’intero ingranaggio di girare come un orologio.
RIVELAZIONE - A differenza dei compagni di squadra più giovani è emerso più tardi. L’anno scorso, con Xavi, è stato convocato 21 volte in prima squadra, giocando appena due partite da subentrato. Il tecnico catalano gli preferiva Andreas Christensen davanti alla difesa, con Gundogan a fare la mezzala insieme a Pedri o Frankie De Jong. I problemi fisici del danese, però, e l’addio del tedesco, tornato al Manchester City, hanno spalancato le porte della prima squadra a questo metronomo, fulcro del gioco di un Barcellona tornato a splendere grazie ai frutti della sua Masìa (ieri erano ben otto i prodotti del vivaio in campo al Bernabeu).
QUANTITA E QUALITA - Dopo le quattro presenze totali della scorsa stagione, due in Liga e due in Champions, quest’anno è già a quota 12 gettoni tra campionato e coppa, di cui ben dieci dal primo minuto. Nella mediana a due del 4-2-3-1 o davanti alla difesa nel 4-3-3, Casadò abbina qualità a quantità. Ha una precisione chirurgica nei passaggi, 96% nella propria metà campo e 87% in quella avversaria, come si evince dai dati di SofaScore, a cui unisce anche una buona intensità difensiva. Nonostante gli appena 172 centimetri di altezza, ha 0,7 palloni recuperati a partita e 1,9 tackle. Quantità e qualità al servizio del gioco di Flick.
DOMINANTE - Contro il Real Madrid è uscito al 65’, lasciando spazio proprio a De Jong sul risultato di 2-0 per i blaugrana. In poco più di un’ora ben 70 palloni toccati, cinque contrasti vinti e l’82% di passaggi riusciti. Gran parte delle azioni sono passate da lui, basta pensare che Pedri, in 87 minuti, ha toccato appena tre palloni in più. Ha ispirato il primo bellissimo gol della serata di Robert Lewandowski con un passaggio che ha tagliato in due la distratta difesa del Real Madrid. La dominanza del centrocampo composto dai due canterani sarà la forza di Flick, che ha trovato in Casadò il perfetto equilibratore, il giocatore che consente alle frecce sugli esterni di andare e all’intero ingranaggio di girare come un orologio.