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Barcellona alla ricerca dell'erede di Sergio Busquets: tutti gli scenari, da Locatelli a 'nessun risultato'
IL PROBLEMA - Ad oggi, nella rosa del Barcellona non c’è un vero e proprio vice-Busquets. Al suo posto può giocarci De Jong: nell’Ajax svolgeva proprio la funzione di smistatore di palloni in mezzo al campo e quello di erede del numero 5 blaugrana era il ruolo che la dirigenza catalana aveva immaginato per lui nel Barça del futuro. Così, però, andrebbero a perdersi gli ottimi tempi di inserimento e le enormi qualità tecniche in fase di rifinitura e conclusione che ha messo in mostra in queste due stagioni. Potrebbe giocarci anche Sergi Roberto, che però da tanti anni fa ormai il terzino destro. Poi c'è il giovanissimo Ilaix Moriba, ma Koeman lo vede più come una mezzala, al pari di De Jong. Chi invece il tecnico olandese non vede proprio è Miralem Pjanic, arrivato in estate dalla Juve.
GLI SCENARI DI MERCATO - A luglio, il mediano di Sabadell compirà 33 anni e la ricerca di un degno erede è diventato uno dei temi di mercato più caldi in Catalogna nelle ultime settimane. Don Balon lo ha individuato in Villar, della Roma. Mundo Deportivo ha fatto addirittura quattro nomi: Camavinga del Rennes, Merino della Real Sociedad, Locatelli del Sassuolo e Gravenberch dell’Ajax. Radio Catalunya ha parlato di Bentancur, in un’ipotesi di scambio con Pjanic. Sempre in cambio del bosniaco, secondo Sport, potrebbe arrivare Jorginho, un profilo più pronto, che ad oggi è uno dei migliori interpreti al mondo di quel ruolo, ma in un modo molto diverso da Busquets. Infine, ancora Sport ha avanzato l’ipotesi di una soluzione interna, con la promozione in prima squadra del canterano Nico Gonzalez, che oggi ha firmato un triennale con clausola da 500 milioni.
Il degno continuatore del suo modo di fare calcio è considerato Rodri, quasi all’unanimità, per come unisce efficacia difensiva e pulizia tecnica, anche se il madrileño cresciuto nell’Atletico e forgiato dal Villarreal ha più forza fisica, più intensità, ma anche meno inventiva. Infatti, Guardiola, che aveva lanciato anche Busquets nel 2008, se l’è portato al Manchester City e pensare di strapparglielo è pura utopia.
BUSQUETS NON HA EREDI – Forse però, a Barcellona si stanno scervellando per risolvere un enigma che non ha soluzione. Sergio Busquets è stato ed è tuttora un mediano unico. Forse più di tutti è stato in grado di armonizzare le sue abilità in creazione e in distruzione del gioco, di abbinare grazia ed efficacia, perfezione tecnica e tattica. Governa il gioco, in entrambe le fasi, praticamente stando sempre nei pressi del cerchio di centrocampo. Da lì attira la partita su di sé. Da lì raggiunge qualunque parte del rettangolo di gioco con i suoi lunghi tentacoli per recuperare palla. Da lì riceve palloni bollenti dai suoi difensori, li fa sparire eludendo il pressing avversario e li smista con sapienza, ad uno o due tocchi, senza mai sbagliare un passaggio. Negli ultimi tempi, poi, dopo gli addii di Iniesta e Xavi, si è messo anche a verticalizzare ed ogni tanto trova corridoi che solo i due sopracitati vedevano.
In questa stagione lo si è criticato tanto, forse troppo severamente. Finora infatti, ha giocato 48 partite, di cui 41 da titolare, su 51 e ha fornito 4 assist: solo in due stagioni, 10/11 e 15/16, ne ha fatti di più (6 in entrambe). Per un paio d’anni può ancora giocare su questi livelli, magari con un ricambio all’altezza che lo faccia rifiatare ogni tanto. Poi bisognerà voltare pagina. Di interpreti con le sue caratteristiche, però, difficilmente ne vedremo ancora, anche perché il calcio moderno richiede altro. L'affannosa ricerca di un erede di Sergio Busquets, in arte el quitanieves (lo spazzaneve), potrebbe quindi non produrre risultati.