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    Bale, da Madrid al Qatar: il Galles è il suo Real

    Bale, da Madrid al Qatar: il Galles è il suo Real

    • Elisa Licciardi
    Esistono storie che iniziano con un bacio, altre con una dichiarazione d’amore, un regalo. Alcune invece iniziano con 100 milioni di euro. È il caso della liaison tra Gareth Bale e il Real Madrid. Nel calcio si fanno matrimoni d’oro che spesso, se non si trova complicità tra le parti, rischiano di diventare delle vere e proprie prigioni. Come nella vita.

    UNA STORIA DIFFICILE, ZIDANE E IL GOLF- Un po’ come Silvio Pellico, anche Gareth Bale potrebbe intitolare i sui anni al Real “Le mie prigioni”. Certo, paragonare la detenzione dello scrittore e patriota italiano con una metaforica detenzione calcistica è un accostamento troppo azzardato, soprattutto perché la “prigione” del gallese è ricoperta d’oro. Le motivazioni del fallimento di questo matrimonio calcistico sono le più disparate e tutte portano a un unico epilogo: Bale ha disputato pochissime partite con i Blancos e spesso è stato relegato in panchina. La sua gabbia. L’ arrivo dal Tottenham al Real nel 2013 a cifre stellari, ha contribuito ad alzare le aspettative di tutto il mondo madridista nei suoi confronti. Grandi doti fisiche, unite a una buona tecnica, fanno di Gareth Bale un vero e proprio protagonista in Premier League. Discorso diverso in terra spagnola, dove forse, quei 100 milioni si sono impressi per sempre dietro la camiseta numero 11 da lui indossata. Non è mai stato amore tra il gallese e gli spagnoli, tanto che tutto comincia a farsi decisamente più difficile con l’arrivo di Zidane in panchina. I due non hanno mai avuto un buon feeling nonostante i molti trofei vinti insieme, tra cui la finale di Champions vinta contro il Liverpool e siglata proprio da una doppietta del gallese nel 2018. Far parte di un club storico come il Real è sicuramente un onore e un grande punto di svolta per la propria carriera, anche se le pressioni mediatiche e non, sono tante. Ci si trova a condividere il campo con grandi campioni e campioni bisogna dimostrare di esserlo sia sul terreno di gioco, sia fuori. Un clima non semplice e aspettative elevatissime hanno fatto leva su Bale che campione lo è, ma è anche un essere umano e quando hai gli occhi di tutti puntati addosso, può capitare che la giocata non ti riesce o che nonostante dai il massimo, non è mai abbastanza. Ma nel calcio non c’è spazio per il tempo, tutto e subito. Da talento indiscusso, Bale diventa bersaglio della stampa, non corre più, si trascina è diventato ostaggio di una società che l’ha fortemente voluto e che ora non vuole che liberarsene. Tutto precipita ancora di più quando Zidane nel 2019 lo lascia in panchina nell’ultima giornata della Liga per poi affermare davanti ai microfoni : “Non lo avrei fatto entrare neanche se avessi avuto il quarto cambio”. Immediata la risposta del calciatore che dichiara di aver ancora altri 3 anni di contratto e che se davvero vogliono mandarlo via devono dargli 17 milioni netti a stagione altrimenti sarebbe rimasto anche solo per giocare a golf. Il golf, altra grande passione di Bale dopo la sua Nazionale il Galles, come testimonia una bandiera da lui esposta dopo aver battuto l’Ungheria e portato i suoi a giocarsi gli Europei nel 2020; “Galles, Golf e Real Madrid”. Messaggio inequivocabile.

    CASA DOLCE CASA - Negli ultimi mesi nonostante l’arrivo di Ancelotti, Bale conferma il suo scarso rendimento tanto da meritarsi nuovamente la panchina. Ormai è un prigioniero che non aspetta altro di essere liberato. E il 30 giugno data di scadenza del suo contratto è ormai vicina. Il calcio è questo. Impieghi una vita intera ad arrivare in alto ma basta un attimo per precipitare nel baratro. Baratro dove Gareth Bale è finito tanto da rinunciare a giocare il Clasico contro il Barcellona per infortunio, ma a rispondere alla convocazione del Galles, segnando anche due gol nello spareggio mondiale contro l’Austria. Tutto questo gli è valso l’appellativo di “parassita”. Un triste epilogo che però sembra non trovare spazio quando il gallese indossa la maglia della sua Nazionale, in cui si ricorda di essere un calciatore e in cui ritrova se stesso. Il ragazzo di Cardiff disputerà i mondiali in Qatar, dopo aver contribuito a una storica qualificazione dei suoi. Chissà che possa essere il segno di una rinascita.

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