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Baggio: 'Triste il calcio senza tifosi, non lo guardo e vivo meglio. Non mi perdono il rigore sbagliato in finale'
"In questo calcio sarei più competitivo perché gli attaccanti sono più protetti. Quelli che senza pallone si sentono appagati e felici sono dei falliti? Lasciare il calcio mi ha ridato vita e ossigeno. Stavo soffocando, troppo dolore fisico. Faccio la cosa più bella, sono a contatto con la natura. Spacco la legna, uso il trattore e la sera sono così stanco che mi gira la testa. Totti non voleva smettere, io non vedevo l'ora. Ibrahimovic è della stessa pasta di Francesco".
"Sono riconoscente a Firenze perché quando ero rotto mi ha aspettato due anni, anzi tre. Non volevo lasciare la Fiorentina, ma i Pontello mi avevano già ceduto agli Agnelli e se non fossi andato alla Juve, Cecchi Gori non avrebbe potuto prendere il club viola".
"La morte di Paolo Rossi è stata ingiusta, si era rifatto una vita anche lui e meritava di avere più tempo. Se da Maradona ti aspettavi una fine improvvisa, da lui no".
"Ancora non mi perdono il rigore sbagliato nella finale del Mondiale di USA '94 contro il Brasile. Non c'è religione che tenga, quel giorno avrei potuto uccidermi e non avrei sentito niente".
"Arrigo Sacchi non mi portò agli Europei del 1996 per dimostrare che gli schemi sono più importanti dei giocatori: non è arrivato ai quarti di finale… Non ce l'ho con gli allenatori, ma l'unico con cui mi sono trovato bene è Carletto Mazzone: un uomo libero e realizzato che non si metteva in competizione con i calciatori".