Babacar e Ljajic:| Due giovani al bivio
Bastone e carota. Ricetta semplice, da sempre strumento buono per gli allenatori soprattutto nella gestione dei giovani. Mihajlovic, con Babacar e Ljajic, le ha provate tutte. A volte duro e cattivo, altre morbido e accomodante. Ieri sera si sono alternati. Uno in campo dall'inizio, l'altro nella ripresa. Prima Ljajic (bocciato), quindi Babacar, quasi promosso. Il giovane serbo ha deluso non poco. Timido, spaesato, forse impaurito. Sicuramente lontano anni luce dalle aspettative di Firenze e, ciò che più conta, del mister. Uno che fin dall'inizio ha puntato su di lui, mettendolo nel bene e nel male al centro dell'attenzione. Col Milan era la sua prova d'appello. Al posto di Mutu nella serata più difficile. Gli chiedeva coraggio e sfrontatezza, Mihajlovic. Ha ottenuto un ragazzo quasi nascosto in 45 minuti anonimi. Un guizzo, a metà primo tempo. Dribbling e conclusione dalla distanza. L'unico della sua gara, il migliore nella partita della Fiorentina. Poco, però, troppo poco. Non a caso Sinisa lo ha ripreso più volte. Urla, richiami, inviti a rischiare la giocata. Niente. E nell'intervallo la sostituzione. Non solo. Si narra di una sfuriata veemente del mister nei confronti del piccolo Adem. Roba seria. Una strigliata di quelle da far tremare i muri, che potrebbe trovar replica nei prossimi giorni. O cresce o cresce. Questo l'input del tecnico serbo.
Discorso diverso per Baba. Uno che nelle ultime settimane ha fatto arrabbiare (non poco) lo stesso Mihajlovic. 'Si allena male', aveva detto alla vigilia della sfida ai rossoneri. Un concetto espresso più volte, nel corso del campionato. Iniziò a Cortina, quando accostò il ragazzo a Balotelli. 'Per qualità, ma anche per atteggiamenti'. Un'esagerazione, forse, ma che rese ben chiaro fin da subito il rapporto tra i due. Lo segue da vicino, lo pungola, lo stimola. Lo rimprovera. A San Piero a Sieve, sempre in estate, il punto più basso. 'Non è pronto per la serie A e per essere il vice Gilardino'. Una sentenza durissima, rimasta insoluta sul mercato. Perché Babacar è rimasto, e la riserva del bomber di Biella l'ha fatta per davvero. Presenze poche, gol uno. Contro la Reggina, in Coppa Italia. Poi tanta panchina e qualche scampolo di gara. In campo sempre e solo negli ultimi minuti. Una provocazione, forse, per far scattare la molla. La risposta è arrivata ieri. Timida, ma pur sempre una risposta. E' piaciuto a Mihajlovic per impatto e determinazione. Nessuna paura e voglia di incidere. L'immagine è il primo pallone toccato. Dribbling secco su Thiago Silva e conclusione a lato. L'avesse passata a Gilardino sarebbe stato meglio, ma quel che conta è la personalità. Il mister ha osservato, e apprezzato. Nel finale di campionato, assicurano, il senegalese troverà molto spazio. Babacar e Ljajic. Sono giovani e talentuosi, incostanti e (a volte) indisciplinati. Il futuro della Fiorentina, secondo molti, ma nella scala gerarchica di Mihajlovic ieri sera, il serbo è sceso. E molto. Baba ha scalato qualche gradino. Da ragazzi è così. La costanza è roba da grandi.
(La Repubblica - Edizione Firenze)