Atletico Madrid fuori da tutto è il fallimento del Cholismo. Il calcio d'Europa è cambiato, lui no
A PROPRIA IMMAGINE? NON PIU' - Va detto e ricordato che 8 titoli in 10 anni, costruendo una squadra a propria immagine e somiglianza, non succede per caso. Eppure oggi quell'iconografia del condottiero inarrestabile, che lotta contro tutto e tutti, sembra essersi lentamente e inesorabilmente sbiadita con il ko di Oporto che, per l'arrendevolezza con cui è arrivato, in una partita decisiva, allontana ancor di più il modello del Cholismo dalla realtà. Una caporetto che riporta inesorabilmente le lancette all'indietro, a quando dopo la seconda finale di Champions persa contro il Real Madrid nel 2016, Simeone fu a un passo dal dire addio perché qualcosa si era rotto.
FALLIMENTO DEL CHOLISMO - Allora il club e l'allenatore argentino trovarono la forza (a suon di milioni) di proseguire insieme, di rilanciare un progetto che portò a una Europa League (dopo un altro flop ai gironi di Champions) a una Supercoppa Europea e a un titolo della Liga. Lampi isolati in momenti particolari e con un progetto tecnico (campagne acquisti comprese) che ha puntato il mirino di anno in anno sempre più lontano dal modo di Simeone di intendere il calcio. No, non bello e divertente, ma concreto, arcigno, fastidioso. Oggi in pochi nella rosa dell'Atletico rispondono a queste caratteristiche perché il calcio a livello europeo è cambiato più velocemente rispetto alle idee dell'allenatore. È il fallimento del Cholismo nato nel 2011 e che ha portato l'Atletico fra le grandi d'Europa.
ADDIO A FINE STAGIONE - La fine di un'era è il titolo che riecheggia dalla Spagna e mai come oggi la sperazione fra Simeone e l'Atletico potrebbe concretizzarsi. Il suo contratto è in scadenza il 30 giugno 2024, ma delle riflessioni su di lui e sul suo futuro sono in corso già da tempo. E non è da escludere che alla fine sia proprio lo stesso Simeone a dire basta, a dire no ad una nuova conferma, alla permanenza sulla panchina che è diventata più sua che di tanti alti nella storia del club. Nuove sfide, nuove emozioni, nuove piazze in cui portare il suo calcio sono possibili. I tempi sono maturi per un addio che tutti speravano potesse essere migliore.