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Atalantamania:| Sfida-scudetto, o quasi...
Dopo una pausa salutare, il big match. Una sfida-scudetto, potrebbe essere definita. O tale sarebbe se l'ormai metabolizzata penalizzazione non avesse azzoppato la classifica della Dea. Atalanta-Udinese arriva in un momento forse favorevole ai nerazzurri. L'avvio lampo, che ha regalato alla Dea soddisfazioni e punti, ha allontanato le zone più calde e soprattutto il segno meno. La sconfitta di Roma ha chiuso, con una sconfitta, il cerchio del primissimo scorcio di campionato. La pausa ha permesso agli uomini di Stefano Colantuono di ricaricare le pile, quelle del fisico e della mente, pronti ora a proiettarsi su un impegno duro.
Di fronte c'è la realtà che sta facendo innamorare l'Italia. Un modello a cui tutti guardano, Atalanta compresa. A Bergamo, poi, c'è quel Pierpaolo Marino che ha portato mattoni preziosissimi per costruirne il profilo. L'esperto dirigente avellinese, per anni nell'organigramma friulano, ha ora il compito di far sognare i tifosi nerazzurri, desiderosi di rilanciarsi dopo qualche delusione di troppo. Ma conta soprattutto il presente: fare punti contro l'Udinese sarebbe un bell'attestato di maturità. E alla prova ci sarà su tutti Maxi Moralez, apparso spento nelle ultime due uscite, contro Novara - partita in cui è entrato dalla panchina senza riuscire a ingranare - e Roma.
Ma gli impegni delle Nazionali hanno regalato tante copertine a un altro uomo d'attacco, quel Manolo Gabbiadini che ora la Dea si culla più che mai. La tripletta sfoderata con l'Under 21 è un segnale per Colantuono: Gabbiadini c'è, vuole dire la sua anche in serie A. Certo, è pur sempre un ragazzo di vent'anni e non va caricato di troppe responsabilità, ma la stoffa è quella giusta. Bisognerà saper indossare l'abito. La prova di domenica, contro una squadra che ha saputo mettere in difficoltà ogni avversaria, sarà importantissima, un limpido specchio in cui affacciarsi: l'Atalanta potrà capire davvero chi è. E dove potrà andare.