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    Atalantamania: rimane solo il campionato, ma quel rigore andava dato!

    Atalantamania: rimane solo il campionato, ma quel rigore andava dato!

    • Marina Belotti
    E’ stato per certi versi anche poetico vedere come, nel giorno in cui l’Atalanta si perdeva, la Curva Nord si ritrovava. A vincere ieri è stato il 12° uomo, ventimila battimani sincronizzati, ventimila voci che non sono riuscite a convincere, chissà perché, Malinovskyi a tirare in rete. Il tifo dei bergamaschi, pur preoccupati dal ciclo che finisce, dall’ottavo posto e dalle vicende societarie, ieri sera ha emozionato perfino Tedesco, come nei grandi prosceni europei. Oltre a tutto, anche al risultato, perché è stato commovente l’applauso reciproco sotto la Nord al triplice fischio, così come vedere i fedelissimi abbandonare i gradoni solo un’ora dopo la fine, quando le mani spellate invocavano pietà. Nella serata più brutta, a un passo dalla storia, Bergamo si è ritrovata.
     
    TUTTO DA RIFARE- Del resto è nei momenti come questo, più che nelle vittorie, nelle finali di Coppa e nelle esaltazioni dei media, che si vede il vero appassionato e la società. Che tra un mesetto, come dice il Gasp, dovrà sedersi a un tavolo e confrontarsi su molti punti. Mercato (urge una rivoluzione, il cambio della vecchia guardia, nuovi profili pronti col tetto ingaggi americano), obiettivi stagionali (Europa o Champions, o ancora “almeno la salvezza”) e molto altro. Ma prima c’è un mese decisivo, perché tra Champions (matematicamente ancora possibile), Europa League e Conference c’è un a bella differenza, anche solo in termini di incassi e appeal. Sette partite per l’Atalanta, 21 punti in palio, ma deve invertire la tendenza: se proseguisse il rendimento del 2022, ne raccoglierebbe solo sette e allora dopo cinque anni direbbe davvero addio a viaggi in giro per l’Europa. E a quel punto in tanti farebbero le valige per davvero. 
     
    IL CALENDARIO SORRIDE- Concentrati sul Verona nel lunedì di Pasquetta, proprio quel Verona che all’andata segnò la prima spia nell’allarme stagionale. Una vittoria risicata, troppo sofferta, non da Atalanta. La squadra si era già persa, ma non lo sapeva ancora. La botta definitiva la daranno gli infortuni, il Covid, il mercato e i torti arbitrali, troppi anche ieri sera (quel rigore non concesso solo perché Olmo non è mancino…). Verona quindi, e un calendario favorevole che poi regala, in ordine, Venezia-Salernitana-Spezia-Torino-Milan (unico scoglio) -Empoli: sulla carta, almeno 17 punti possibili, realisticamente parlando. Ma la squadra dovrà ritrovare ciò che più gli è mancato: il gol, ma anche lo stimolo di competere in questa Serie A così poco europea, ma che è l’unico ponte per ritornare in Europa. Non in Conference, però.

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