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Atalanta, delusione Europa davanti a Pagliuca: Gewiss maledetto e Gasperini senza idee, è la fine di un ciclo
Un'epopea iniziata proprio con l'arrivo di Gasperini sulla panchina della società di proprietà di Percassi: al pari del direttore sportivo Sartori, troppo spesso dimenticato, ha saputo trasformare una provinciale che lottava per non retrocedere in una big del nostro calcio, per anni sempre in Europa. I supporter se ne sono accorti e hanno festeggiato la squadra, sia all'inizio, durante la presentazione sotto la Curva Nord del nuovo proprietario al 55% e co-chair man Stephen Pagliuca assieme allo storico patron Antonio Percassi, ma soprattutto alla fine, dopo il ko per 2-0 di fronte a una squadra tecnicamente più dotata e preparata, che nel corso della doppia sfida ha meritato di passare. Onore agli eroi, che questa sera hanno però deluso, a prescindere dal possibile rigore non concesso da Lahoz.
Sì, perché memori delle imprese storiche del passato recente, come il trionfo ad Anfield sul campo del Liverpool, i giocatori nerazzurri oggi potevano e dovevano fare di più: un flop che non condiziona i giudizi su quanto di incredibile fatto fino ad oggi, ma che non può non essere evidenziato, anche perché arrivato sotto gli occhi della nuova proprietà e soprattutto perché è tutto l'anno che la Dea non è più quella che conoscevamo, tutta corsa, intensità e abnegazione, come testimonia la crisi di risultati in Serie A tra le mura amiche, nelle quali è solo tredicesima. Gewiss maledetto anche questa sera, dopo la buona prestazione dell'andata in Germania: otto le sconfitte stagionali a Bergamo, mai così tante per Gasperini.
E' giusto evidenziare l'entusiasmo e la ventata di freschezza e bel gioco che l'Atalanta ha saputo recare, come è corretto parlare di fallimento sportivo quando avviene, come questa sera. Ha inciso anche la minor verve dello stesso Gasperini, meno capace di estrarre conigli dal cilindro nell'ultimo perido, come invece era avvenuto spesso in passato: tutto è cominciato dal litigio e brusco addio con il Papu Gomez, capitano e alfiere della prima splendente Dea, per continuare con il triste declino di Josip Ilicic. Se si può imputare qualcosa al tecnico di Grugliasco, è di non essere mai riuscito a trovare vere alternative ai due principali artefici sul campo del miracolo orobico: la sfortuna e gli infortuni, come ad esempio quello di Zapata, hanno fatto la loro parte, ma tra Malinovskyi, Pasalic, Boga, Miranchuk, Pessina e Muriel nessuno è riuscito a diventare davvero protagonista.
E ora, è davvero la fine di un'epoca? Si tratta del sesto anno di Gasperini e chi era a Bergamo ha avuto la sensazione del gioioso epilogo di un bellissimo spettacolo. A fine anno probabilmente qualcuno lascerà la città e sul mercato ci sarà una piccola rivoluzione, per ricominciare da capo come è giusto che sia. Col sorriso sulle labbra, di chi sa di avere fatto la storia, e che non verrà mai dimenticato.
@AleDigio89