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    Atalantamania: ora Champions dal campionato ed Europa dalla Coppa, ma ‘Lazio facci un gol!’

    Atalantamania: ora Champions dal campionato ed Europa dalla Coppa, ma ‘Lazio facci un gol!’

    • Marina Belotti
    Lo diciamo subito agli aquilotti romani così in parte possono già rallegrarsi: il primo gol all’Olimpico sarà loro. Arriverà quasi subito probabilmente, la sua convalida potrebbe persino confondersi con l’eco del fischio d’inizio e forse sarà fin troppo facile, quasi regalato. Il problema è che non sarà l’unico della partita. Non si sa se per la banda di Inzaghi, certo è che negli altri 87’ la Dea si sveglierà e allora, come ieri, saranno sorci verdi per i laziali: perché l'Atalanta ha i grilli per la testa e mette il carro davanti ai buoi.

    MEGLIO SOTTO CHE SOPRA- Se non vuole rimanere con un pugno di mosche in mano, la Lazio non deve far saltare la stessa mosca al naso di Gasperini che ha fiuto da vendere e sotto di un gol sarebbe a cavallo. Perché oramai è l’undicesima gara che lo attesta: incassata almeno una rete, la Dea dà il meglio di sé, offre un calcio-show, recupera e ribalta le sorti del match. Probabilmente lo fanno anche apposta, i difensori, a sbagliare a turno cose così elementari. Perdersi Chiesa e Muriel ad esempio, gli unici che proprio non devi perdere di vista un attimo. E invece Djimisiti e Masiello giocano a nascondino, ma non c’è nessuno che li viene a cercare. C’è però chi fa la conta ed è Montella, convinto con un +1 di essere qualificato. Ma è uno specchietto per le allodole i cui riflessi pronti sono solo quelli dell’Atalanta, decisa a ribaltarla come a Napoli con gli stessi Djimsiti e Masiello che, nemmeno a farlo apposta, tornano alla base con un “liberi tutti” dei talenti nerazzurri.

    ILICIC-DIPENDENTI- L’albanese, con la sua fisicità, impedisce a Chiesa di predicare, Masiello con testa e gambe recupera e spazza via palloni in area ospite come un pungiball. Poi c’è Ilicic, ma ormai non c’è più nulla da dire, basta nominarlo, basta che sia in campo. Tra un rigore pesantissimo battuto con statistiche a sfavore, il pubblico da tutto esaurito che ti fa “oooh” per tutti i 60’’ che precedono la rincorsa e un assist a Gomez quando ormai il gol sembra un’idea assurda, no, non si può dire nulla. È l’eroe della Dea, la prende per mano appena caduta, le cura la pelle sbucciata, le rimette il cerotto e le disinfetta pure il ginocchio. Si prende così carico della ferita nerazzurra che poi è il suo stesso ginocchio- sinistro-a chiedere pietà. Chiede cambio senza scrupoli, sa che gli è concesso, così come i prossimi tre giorni di pensionamento da nonna e lamentele per il cambio del tempo. Ma tanto poi, il 29 aprile e il 15 maggio, tornerà sempreverde e sempre magico.

    DEA NELL'OLIMP(ICO)- Ma la Dea deve sperare anche in un cielo a pecorelle perché con l’acqua alla gola- in tutti i sensi- ha steso la Viola, Roma e il Napoli, per dirne solo tre. Il 15 maggio le previsioni danno acqua, sicuramente quella che farà la difesa per portare la Lazio in vantaggio. E ora il dilemma: se l’Atalanta centra la Champions in campionato, cosa se ne fa dell’Europa della Coppa? A parte gli scherzi, la Dea ha ancora tutto in mano. Domenica sera c’è Torino-Milan e forse tifa granata mentre faticherà non poco contro una più piccola Udinese. Intanto tutti i bergamaschi hanno già bloccato treni, auto, bus e aerei per Fiumicino: un fiume in piena quello nerazzurro che invaderà il Colosseo, e poco importa che quello stadio sia di Inzaghi (il fratello presente ieri a Bergamo avrà un bel po' di materiale per allertarlo)...Perché l’Atalanta corre meglio in trasferta, sotto la pioggia e contro una grande (troppo facile col 'non gioco' del Milan). E perché ogni Olimpico è casa di una Dea, pronta a ricamare calcio sul gagliardetto 56 anni dopo.

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