Atalantamania:| La risposta che serviva
Incipit lapalissiano: era la partita più difficile. Una gara infernale, alla vigilia. E' stata invece l'apoteosi del gruppo. La rivincita dell'Atalanta e di Bergamo, di chi può davvero vivere a testa alta. Questa Atalanta che, nonostante tutto e tutti, viaggia a gonfie vele può tenerla altissima. La risposta sfoderata contro il Cesena è stata spaventosa. Non fosse bastato il cazzotto sferrato da Cremona, ci ha pensato anche Candreva a complicare le cose, castigando la Dea dopo una manciata di minuti. E invece è arrivata la reazione che nessuno si aspettava. Con una veemenza inimmaginabile. Qualche giro di lancette e Denis la pareggia. Qualche minuto ancora, ed ecco che Marilungo riassapora il gusto del gol e ribalta la partita. Poi è un dolce naufragare verso una vittoria che, classifica alla mano, vale i consueti e canonici tre punti, ma nella testa vale come uno scudetto.
E' stata la notte delle rivincite. Dell'Atalanta tutta, del gruppo, ma anche dei solisti. E' stata la notte di Guido Marilungo. Lanciato titolare per la prima volta in stagione, l'ex doriano ha ripagato appieno la fiducia e ha zittito chi dubitava di lui. E per i nerazzurri è una sorta di acquisto di gennaio anticipato, fatto trovare giusto sotto l'albero. Peccato solo non averlo riscoperto prima. E che dire, poi, di Federico Peluso? Un gol così ce lo si aspetterebbe da chi di cognome fa Messi o Eto'o, e invece è arrivato da chi solitamente recita il ruolo di ruvido terzino. E' il premio meritatissimo al sacrificio e alla crescita di un giocatore che stupisce di partita in partita. E che può senza dubbio puntare alla Nazionale.
Una notte così ci voleva. L'adrenalina che scorre, il cuore che batte, la mente che pulsa, e un triplice fischio finale che sa di liberazione: il campo ha parlato e ha dato ragione all'Atalanta vera, a chi ci mette sacrificio. C'è chi ha tradito e dovrà rendere conto delle proprie colpe, non solo materiali: ci sono in gioco sentimenti e fiducia, e la passione di chi fa di questi colori la propria fede. E' il tradimento degli ideali ciò che lascia più amaro in bocca. Doni, il capitano, che infanga una storia ultracentenaria e l'immagine di una città. Sarà difficile perdonare, impossibile dimenticare. Di momenti bui ce ne saranno ancora, ma c'è una granitica certezza: questa Atalanta, quella che sul campo non ha paura di nessuno e viaggia a gonfie vele, non ha nulla da temere.