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    Atalantamania: l'errore che ‘porta’ la Dea fuori dall’Europa. E adesso Gollini, Sportiello o il mercato?

    Atalantamania: l'errore che ‘porta’ la Dea fuori dall’Europa. E adesso Gollini, Sportiello o il mercato?

    • Marina Belotti, inviata a Madrid
    Scompigliati dal vento iberico. Così erano ieri sera i simbolici capelli ondulati della Dea all’Alfredo Di Stéfano. E quando a una donna annodi la chioma possono succedere due cose: o si arrabbia, ma tanto, e si vendica, o perde ore a risistemarsela da sola. Ecco, ieri sera all’Atalanta è mancata proprio quell’aggressività, quella rabbia agonistica di rivendicare l’impresa mentre, persa a sfilare le onde impigliate tra i Ramos, commetteva errori grossi e grossolani. Perché perdere contro il Real Madrid di due sempre verdi e sempre forti come Sergio e Karim- e non ho citato Modric, Vinicius, Nacho, Valverde…- è una cosa, ma farlo vincere tutt’altra. Rimane, grande, il rammarico: per non aver giocato da Atalanta, ‘figlia del vento’, per non aver dato il meglio e combattuto fino alla fine, vittima di episodi che hanno un nome sulla schiena sopra il numero di maglia. E uscire così dà fastidio.
     
    SPORTI-HELLO- Un incubo che si ripete, per l’Atalanta. ‘Paperisha’ la chiamarono la papera di Etrit Berisha ai sedicesimi di finale di Europa League contro il Borussia Dortmund. Reus passa una palla innocua, l’albanese non la trattiene e Schmelzer spegne i sogni nerazzurri a 7’ dal gong. Da lì a sei mesi mister Gasp iniziò ad alternare il portiere tra i pali, Gollini o Berisha, a turno o con bussolotti. Corsi e ricorsi. Tre anni dopo tocca a un altro ultimo uomo, Marco Sportiello, fare il più clamoroso degli autogol nella più prestigiosa delle gare. Era a pochi metri da me quando ha deciso di rinviare verticalizzando rasoterra, con Modric e Benzema all’erta e a dieci passi dall’arancio vestito. Inspiegabile, perché poteva fare altre mille cose ma non quella. Imperdonabile, perché a quel punto fare due gol-già nei primi 33’ un’impresa di nervi- è sembrato impossibile. Eppure ‘il fu azzurro’ Gollini, ieri sera, tra i guantoni aveva la testa e non la sfera. In una panca che, qui a Valdebebas, assomiglia più che altro a una tribuna.
     
    GOL(LINI) SUL MERCATO?- E se fino ad oggi la rotazione con il rapper appariva anche comprensibile alla luce di forma e condizioni valutate dal Gasp, negli ultimi 6 giorni la faccenda è un po’ cambiata. Perché il tecnico in conferenza pre-Spezia ha svelato: “Vogliamo crescere in un ruolo delicato come è quello del portiere. Lo può fare Sportiello, Gollini o anche il mercato”. Insomma, tra i due ‘litiganti’ dei pali, potrebbe perfino esserci un terzo a goderne tra qualche mese. Non certo il clima ideale per un ruolo a sé, quello dell’estremo difensore, basato sulla fiducia e sulla quasi totale certezza di non essere mai messo in discussione. Il primo è il primo, il secondo è il secondo e il mercato sarà quel che sarà, tra 90 giorni ma non ora. E la domanda resta, in sospeso, a pungolare il rammarico madrileno: “E se le ultime 5 le avesse giocate Gollini?”.
     
    SOTTO COL VERONA- Poi ci sono stati altri due errori ed episodi, ma oggi è il giorno giusto per voltare pagina e inseguire un’altra Champions. Il gioco della Dea è cucito su misura per essere esibito nelle passerelle d’Europa, anche per l’autunno-inverno 2021/2022. Quindi pensare al Verona-specchio di Juric sarà una priorità, per i 3 punti, per quel quarto posto così difficile da agganciare. E, a proposito, chi giocherà sotto la traversa? Gollini è l’ex del match…
     

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