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Atalantamania: il cigno nero (azzurro)
Parma, Udinese, Napoli, Torino, Sassuolo, Roma rappresentano, pertanto, il campione preso in considerazione. Il primo dato ad apparire evidente è il seguente: cinque gol incassati, sia con l'allenatore romano sia col goriziano. Un risultato che da una parte, a suo tempo, poteva dipendere da uno schieramento troppo propenso a difendere più che ad attaccare poiché, alla fine si sa, a furia di sguazzare nel proprio rettangolo di gioco, prima o poi la beffa arriva; dall'altra, mirando l'Atalanta dei giorni nostri, diretti da Reja, la cinquina insaccata potrebbe essere dovuta alla difesa a 3 con terzini alti a comporre gli esterni del centrocampo a 5; se poi i terzini in questione faticano nell'affondo e nel ritorno, chiaro che ciò aiuta le ripartenze infallibili avversarie.
La nota positiva invece a favore di Reja è che cinque sono state le reti messe a segno dai due principali attaccanti del gruppo: Pinilla e Denis, quest'ultimo in ripresa nelle ultime apparizioni. Reti, inoltre, pesanti come macigni perché hanno permesso di agguantare le vittorie con Sassuolo e Torino e strappare i pareggi a Napoli e Roma. Rovescio di medaglia, sempre in relazione alla nostra sestina di partite, con Colantuono le segnature furono soltanto due, redatte rispettivamente dal Tanque e da Maxi Moralez con Napoli e Roma, conquistando, nel complesso, un solo punto con i partenopei.
Se volessimo, in aggiunta, fare le veci di psicologi calcistici, l'avvio dell' ex mister bianco celeste, non è stato dei migliori: è giunto a Bergamo durante la sosta per la nazionale, con la quasi certezza tra le mani che con il Parma non si sarebbe giocato. E invece si giocò. Ha preso le redini di una scialuppa ormai allo sbando, priva di un'identità e, nonostante la situazione delicata stile mare in burrasca, ha conquistato sino a questo momento 7 punti. Un bilancio, pertanto positivo.
Storia de 'Il cigno nero(azzurro)', la cui fine è ancora tutta da scrivere.