Atalantamania: fa tutto Ilicic, che il 7-2 ce l’ha cucito addosso!
ILICICINQUINA- Un tuttofare per natura lo sloveno, tanto che dopo i primi corner battuti dall’amico capitano Papu Gomez-è lui da sempre l’incaricato-lo mette all’angolo e decide di andarci lui su tutti gli angoli. Il risultato è pazzesco: da due tiri consecutivi dalla bandierina nascono i due gol del vantaggio. Pare un miracolo, sia perché su calcio da fermo la Dea non realizza quasi mai, sia perché Donati reca un dono così bello e inaspettato che pur controvento sembra di giocare in 12 contro 10. La verità è che, battuti dai piedi magici di Ilicic, persino gli angoli diventano nocivi e più facili da insaccare, per la Dea, dei rigori dagli 11 metri. Ma è dopo l’intervallo, quando vede sfumare i suoi assist, che si rimbocca le maniche per risolvere la situazione: incanta Mayer, crea varchi dal nulla e la serve a Zapata in tutte le salse, di tacco e persino di sforbiciata all’indietro. Precise, su misura, le sfere di Ilicic sono solo da spingere in porta e quando il Papu proprio non ce la fa, ecco che l’assistman si improvvisa goleador e supera Gabriel, un angelo che vola dappertutto ma i miracoli ancora non li fa. Ma quale improvvisazione, Ilicic è il capocannoniere dell’Atalanta con la bellezza di 15 centri. Non male per uno che una punta non è ma che la spunta sempre e comunque. Un “Keep Calm Dea, ci penso io” stampato sulla maglia. Dietro, quel 7-2 che sa di compito da portare a termine.
LA PANTERA (IN) ROSA- Il panterone Zapata è tornato: una tripletta tutta in una volta dopo mesi di stop e un segnale per le avversarie: con quei tacchetti rosa shocking deve prima scalzare Ilicic (e Muriel) dal podio dei marcatori e poi portare ancora una volta in Champions questa Atalanta. Zapata fa per tre perché le altre punte non giocano e le reti della 26esima giornata dovevano pur aumentare: è sempre al posto giusto al momento giusto, proprio lì dove non si rivedeva da ottobre, la zampata di Zapata era l’unica cosa che mancava a questa Dea delle meraviglie che sogna in grande i quarti di Champions. E che in 7 occasioni in questo campionato ha calato un poker o più. Adesso, dopo PSG e Bayern, è il terzo attacco d’Europa con 70 gol a stagione. E una precisazione: solo un +1 per i fortissimi bavaresi (71) e 75 quelle dei parigini che però hanno disputato due gare in più dell’Atalanta. Big europee inseguite da una provinciale con un terzo dei loro fondi. Mi fermo qui, a volte le parole sono superflue.
OTTOVOLANTE A VALENCIA- E adesso, sull’onda lunga del successo, la Dea quasi si dispiace a non giocare lunedì sera con la Lazio e martedì col Valencia, come paventato da mister Gasp. Ma, scherzi a parte, patron Lotito avrà tirato davvero un sospiro di sollievo ora che lotta per lo Scudetto e l’ostacolo Dea forse se lo risparmia fino a maggio. Intanto, tra un’ordinanza più confusa della precedente e un ripensamento e l’altro della Lega Calcio, l’Atalanta conta solo i gol messi a segno e pensa a quelli da realizzare contro il Valencia. Perché, se una cosa è certa in questo clima surreale e incerto, è che il 10 marzo al Mestalla la Bergamasca dovrà segnare a tutti i costi. Gli spagnoli hanno in previsione un viaggio a Lourdes-persino Maxi Gomez si è fratturato il piede, ora mancano solo Gameiro e Parejo e c’è ancora una settimana-ma è anche vero che a casa loro un gol tira l’altro e una remuntada da 3-0 è ben lungi dall’essere impossibile. Impossibile è invece per la Dea gestire una gara e mantenere un risultato di vantaggio, si è rivisto ieri sul 2-0. E allora niente chiusure-strano a dirsi nel clima Coronavirus- né lavoro extra per la difesa (anche ieri…), palla all’attacco e tridente a segno. In Spagna ogni gol varrà doppio, e chissà che finalmente, per una volta, non si arrivi anche a 8.