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  • Atalantamania: è più facile vincere con le big! 3 punti a Udine per scavalcare la Roma

    Atalantamania: è più facile vincere con le big! 3 punti a Udine per scavalcare la Roma

    • Marina Belotti
    Ventisette gol nelle ultime 10 gare, contro, tra le altre, Roma, Juve e Fiorentina; 0 nell’ultimissima, contro un Genoa che ha meno della metà dei punti e un migliore in campo che è l’ex capitano (un altro) Andrea Masiello. Non può essere un caso, e infatti non lo è, che la Dea abbia sbattuto sul muro ligure pur indossando lo stesso paio di occhiali anti Spezia. Con le piccole, dalla Liguria all'Emilia passando per il Veneto, l’Atalanta ha perso ben 12 punti: KO con Samp (altra ligure…) e Verona, 1 punto solo con Bologna, Spezia e Genoa. Ma i 44 punti sono un miraggio, la Bergamasca si accontenterebbe di ripescare estro e lucidità sotto porta, recuperate da appena 4 settimane. Obiettivo 35 punti, per un momentaneo 3° posto, per eguagliare il record storico di Gasp al giro di boa, e per sognare i 38 contro la capolista milanese.
     
    GIOCHI PREZIOSI- Come tutte le big che si rispettino, Inter compresa che prende 2 gol a gara dalle piccole, anche la Dea soffre della sindrome delle Cenerentole. Ingaggia gare d’alto livello contro il Liverpool, fa numeri da calcio-show con l’Ajax, si diverte contro Roma, Lazio e Napoli, ma si spegne con le ultime della fila. Perde stimoli, aggressività, intensità, estro e fantasia. Eppure la vittoria del titolo passa proprio da qui, dai 3 punti costanti e scontati con nemiche alla portata. Il Genoa è stato furbo, mister Balla di più, eppure così tanto prevedibile: ha fatto quello che fanno tutti gli abitanti dei bassifondi di fronte a un monte da scalare. Difendersi dall’impeto dell’attacco, ripararsi dal freddo pungente di punte che pungono. Barricarsi, prenotare un pullmino e parcheggiarlo davanti alla porta. Zapata e Muriel non erano in serata, è vero, ma sono poche le sfere piombate sui loro tacchetti. A sbloccare la gara dovevano pensarci i trequartisti, ieri deludenti e impacciati.
     

    ¾ DI TREQUARTISTI- E dire che ha atteso così tanto la maglia in campionato, coltivando pure il proposito di fare i bagagli per sbarcare il lunario altrove, che Ruslan Malinovskyi ieri avrebbe dovuto divorare il campo e annientare il Grifone. E invece gli sono mancati gli spunti, le idee, i tiri mancini: Gasp l’aveva detto che per fare l’ago del tridente doveva crescere ancora, ora l’ucraino guarderà Pessina dalla panca con altri occhi. Quelli dell’alunno, non quelli dell’invidia. Serata storta anche per Ilicic, che se rientra di sinistro in ogni azione risulta un tantino prevedibile in area piccola. Tende poi a prendersela troppo, diceva anche questo il Gasp, per ogni fallo ricevuto o errore commesso: ieri più gambe all’aria che a inseguire il pallone. Infine Miranchuk, che ha bisogno di tempo e pazienza per azzeccare gli appoggi, ma cross e inserimenti fanno ben sperare (di vederlo in campo da titolare, magari). Ora la Dea deve resettare e proiettarsi al recupero di Udine con nuovi stimoli, pensando meno al mercato di Depaoli e più all’attacco di de Paul. Vietato sprecare ancora, foss’anche solo perché, Percassi sorriderebbe, la salvezza ai 40 va ancora conquistata. 

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