Calciomercato.com

  • AFP via Getty Images
    Atalantamania: contro quest’Inter il biscotto non piace, Miranchuk fa dimenticare Ilicic!

    Atalantamania: contro quest’Inter il biscotto non piace, Miranchuk fa dimenticare Ilicic!

    • Marina Belotti
    Sale e cinema chiusi, eppure è al Gewiss Stadium che si assiste alla ‘prima’ (e si spera ultima) de ‘Alla ricerca della parità’. Una trama ben poco avvincente, protagonisti nel ruolo di comparse, battute che scarseggiano anche se il cinema muto, in Italia, oramai è passato di moda. Soprattutto se a girarlo sono le due formazioni che in Serie A giocano più palloni in area piccola (prima di oggi, 191 a 190 per la Dea di casa), le due anti-Juve che lotterebbero per il primo posto, le reduci dall’euro-batosta in cerca di riscatto. Ma gli attacchi sembrano non vederci bene e un pari a occhiali alla vigilia della sosta pare già certo a pochi minuti dal fischio d’inizio del primo e del secondo tempo. Uno 0-0 che non dispiace a entrambe le squadre? Ma ben venga il lampo dell’Inter, l’intuizione di Young e l’imboccata nel sacco di Martinez, che alzano il volume a un Big Match sotto tono.
     
    SI’, LA COPERTA FUNZIONA- Sotto di un gol, e non di tre grazie a un Super Sportiello, a mezz'ora dalla fine entrano Pessina e Miranchuk e la Dea cambia volto. Con il neo Azzurro, la difesa passa a quattro e l’Inter non passa più. E quando esce Toloi arretra Hateboer, col jolly Ruggeri a garantire superiorità numerica tra retroguardia e centrocampo. A questo punto, le forze fresche hanno tutto il tempo e il campo per affilare gli artigli e stare a un metro di distanza da Handanovic. Il cronometro segnava 73’ e in campo c’erano Gomez, Lammers, Miranchuk e Muriel ad assediare l’area piccola milanese. E guarda caso, dopo un’ora e un quarto di noia e posti di blocco sulla mediana, il gol ci ha messo solo 6’ ad arrivare. Con Muriel che ne ha sfiorati altri due, la Dea quasi si rammarica per la mancata vittoria che sarebbe capitata a fagiolo col regalo della Lazio extratime. Ma mister Gasperini deve segnarsi la ricetta vincente, prima che tredici giorni di sosta cancellino la memoria: copertura al quadrato + forze fresche elevate alla massima potenza = riecco l’Atalanta che fu, aggressiva, intensa, di corsa e di sostanza. E la soluzione passa da lì, dalla riserva di russo, ops, di lusso. Da Aleksey Miranchuk, che un’incognita, forse, non lo è mai stata.
     
    IL RUSSO CHE NON DORME MAI- Un gol dopo 8’, all’esordio in Champions, un gol dopo 19’, alla prima in A. Due gol in meno di mezz'ora alle prime apparizioni in nerazzurro. Qualcuno, tra campo e tv, lo confondeva con Lammers, perché i connotati sono simili, così come l’abilità a creare varchi e inventare dribbling in area col didietro ancora caldo dalla panchina. Eppure i numeri di Miranchuk sono quelli di un predestinato. Appena calpestato il manto erboso si fionda dalla parte opposta del campo per timbrare la rete. Un istinto naturale? Forse, unito anche a una sfida personale che col Dna c’entra parecchio: il gemello, rimasto alla Loko e molto più impiegato di lui (2.162’ in campo contro i 41’del ‘bergamasco’ tra campionato e coppa) ha già collezionato 4 gol e 4 assist. E Josip Ilicic? In panca a rosicare, perché quel trequartista che gli ruba sette anni, gli sta rubando anche il posto nel suo tridente. E con merito: “Ma è forte?”, aveva chiesto spaventato lo sloveno a mister Gasp al suo ritorno a Zingonia, “Sì”, la risposta sincera del tecnico, “Ma cosa ha più di me?”, il contrattacco di Jojo, “la testa!”, scherzò il maestro. Ma forse anche le gambe, la voglia e l’atteggiamento. “Si vedrà quando tornerà dalla Slovenia, spero che intanto là possa giocare”, ha risposto Gasp in conferenza glissando sulle condizioni del mancino fatato. Che non ha avuto l’occasione, o forse il tempo, di tornare l’eroe valenciano. Un assist in cinque presenze, ma più che altro troppe palle perse, affondi mal riusciti, cross a ramengo. Tutto rimandato al 21 novembre, sempre che Miranchuk non si sia già guadagnato il posto fisso. Di certo torneranno titolari i Fantastici 4: Gosens e de Roon, Palomino e Gollini.

    Altre Notizie